Marinella, incendio nella notte. In cenere un centinaio di sdraio e lettini

Le fiamme, di probabile origine dolosa, hanno distrutto la terrazza in legno e per fortuna non si sono propagate al resto della struttura

Ecco come si presentava ieri mattina la terrazza del bagno Pitì (foto Pasquali)

Ecco come si presentava ieri mattina la terrazza del bagno Pitì (foto Pasquali)

Sarzana, 4 agosto 2022 - La buona sorte ha voluto che le fiamme facessero saltare l’energia elettrica attivando il segnale di allarme collegato al telefono dei titolari. Ancora qualche minuto e il fuoco avrebbe completamente raso al suolo lo storico stabilimento balneare "Pitì" una spiaggia libera attrezzata che fa parte da oltre 50 anni della tradizione marinara sarzanese. L’incendio è divampato intorno alle 2 del mattino riducendo in un ammasso nero un centinaio di sdraio e lettini sistemati nella terrazza in legno che domina la spiaggia all’ingresso della struttura di via Litoranea. Un danno di una decina di migliaia di euro, ma non è certamente l’aspetto economico a preoccupare. La scoperta del fuoco è avvenuta perchè il calore delle fiamme che si stavano avvicinando al bar ha fatto saltare l’interruttore e così i titolari dello stabilimento Sara Sambuelli e Mariglen Akulli sono stati avvisati dal collegamento telefonico mentre erano a casa. Sul principio hanno pensato a un calo di energia elettrica e si sono precipitati, abitando a pochi chilometri, per non correre il rischio di un black out ai frigoriferi in questo periodo ben forniti di generi alimentari, bibite e gelati. Ma avvicinandosi al mare hanno visto le lingue di fuoco illuminare l’orizzonte e hanno immediatamente chiamato i vigili del fuoco. Lo scenario era desolante. Centinaia di lettini che la sera vengono tolti dalla spiaggia e sistemati nella terrazza in legno insieme ai tavoli all’aperto dove i clienti pranzano erano accesi come fiammiferi.

I vigili del fuoco hanno lottato contro le fiamme per ore prima di domarle, evitando che raggiungessero il casottino del bar-cucina e a seguire gli altri spazi in legno adibiti a servizi igienici e magazzino. Sarebbe stato un disastro, sventato davvero per un attimo. I titolari hanno preferito non commentare l’episodio, ancora scossi e distrutti dal nuovo attacco che ha fatto seguito a quello dell’estate del 2016. In quell’occasione venne preso di mira il bar ma anche in quel caso i danni furono contenuti.

"Siamo disperati - si sono limitati a dire - perché oltre al danno adesso abbiamo paura. Non abbiamo nemici e questa è sempre stata una spiaggia a conduzione famigliare, basata sul lavoro e impegno senza chissà quale mire". Anche gli inquirenti non si sono sbilanciati ma un incendio nella notte, divampato in un punto distante da apparecchi elettronici, difficilmente può essere definito casuale. La pista dolosa è quella seguita anche se per il momento non ci sono elementi ulteriori. Si stanno controllando anche le telecamere nella zona, distante neppure un centinaio di metri dal luogo dove a inizio giugno è stata uccisa Nevila Pjetri, la donna ritrovata poi sull’argine del torrente Parmignola in via Marinella al confine con Luni. Per tutta la mattinata i titolari dello stabilimento aiutati da amici e volontari hanno rimosso le sdraio e lettini andati a fuoco smontando la pedana in legno annerita dalle fiamme e resa inutilizzabile oltre che pericolosa.