E i curiosi sfilano in via Verdi Foto per immortalare il disastro

È avvenuto anche questo ieri nel borgo del paese. Presenti anche dei turisti

Un via vai di gente, ma non sono tutti tecnici e ingegneri, sono persone curiose venute a Vezzano a vedere uno stabile crollato, ieri c’erano due tedeschi che segnavano con il dito. Forse perché non è una palazzina qualunque, era soggetto di cartoline storiche, immagine spesso ritratta nei libri, testimonianza di un passato di pizzi e merletti. La casa della Fontanazza, per i vezzanesi è stata molto importante, dai cancelli chiusi, si possono ancora vedere piccoli buchi, bricconeria di qualche ragazzino che voleva sbirciare dentro, dalle reti qualche squarcio forse fatto per riuscire ad entrare, magari a recuperare un pallone, oppure a vedere quel parco che era il sogno di molte persone.

Ora non c’è più nulla, ma è stato sorprendente vedere come dal crollo dello stabile riaffiorassero pareti dipinte con cura e rifiniture dorate, mobili integri in stile ottocentesco, specchi e scalinate ancora in piedi, come se qualcuno avesse solo chiuso la porta a chiave, ma non per andarsene. Deve essere un insieme di aspetti che ha portato persone da fuori ad accalcarsi alle transenne posizionate in via Verdi e slungare le braccia per avere un foto quanto più ravvicinata. L’immagine attuale è una storia non bella, fatta di incomprensioni durate anni, di pugno duro, di fare a non capirsi, di accordi non fatti, e che volevano portare il Comune a ricavare da quell’area tutto un altro futuro. Da una piazza con appartamenti e l’ufficio postale, al parcheggio collegato a quello inferiore, tutti progetti che ora andranno rispolverati, dopo che sarà fatta solo terra. Ora è davvero il momento della svolta, da adesso in poi si può solo decidere qualcosa e non stazionare. E quelle foto scattate dai vezzanesi che uno alla volta vi si stanno avvicendando, gli scatti dei turisti curiosi, che di certo non possiedono le immagini d’epoca di una villa e di una vita da nababbi, resteranno l’ultima testimonianza che lì, c’era qualcosa di veramente unico e bello, peccato non averlo saputo prima.

C.G.