Cyberbullismo e ricatti. L’offensiva della scuola

Dall’allarme della polizia al progetto per fronteggiare le insidie della rete. Iter formativi per dirigenti, insegnanti e studenti. Obiettivo, stare in guardia

Dalla polizia postale i consigli per fronteggiare le insidie della rete

Dalla polizia postale i consigli per fronteggiare le insidie della rete

La Spezia, 5 settembre 2022 - Sempre più spesso la curiosità sessuale dei ragazzi li trasporta in un incubo fatto di ricatti, richieste insistenti di denaro e minacce di distruggerne la reputazione diffondendo sui social immagini sessuali ottenute tramite live chat". Il recente allarme giunto dalla Questura e della Polizia postale della Spezia sul fenomeno detto "sextortion" - certificato da 100 denunce a livello nazionale (nessuna sul nostro territorio) - non trova impreparato il mondo della scuola, alla ripresa delle lezioni. Fra i progetti educativi messi a punto per l’anno scolastico 2022-2023 c’è quello per la prevenzione del bullismo e cyberbullismo. Il nome è un obiettivo: "Adolescenti sicuri in rete". Via aderiscono 25 istituti della provincia, l’Ufficio Scolastico Provinciale e l’Asl 5. Il progetto prevede la realizzazione di diverse attività di formazione rivolte a dirigenti, insegnanti, genitori ed alunni. Particolare attenzione sarà rivolta al progetto sperimentale “Patentino per lo Smartphone “ promosso in collaborazione con l’ufficio scolastico regionale dell’Umbria: un percorso formativo per la conoscenza degli apparecchi digitali e delle insidie che annidano in rete per prevenirle: dalla violazione della privacy al rischio adescamento, fino, appunto al "sextortiorn".

Le vittime accertate a livello nazionale sono minori tra i 15 e i 17 anni. Si tratta di un fenomeno, di solito rivolto al mondo adulto, con un enorme potenziale di pericolosità perché oggi colpisce vittime minorenni, tanto fragili quanto inesperte. Tutto inizia con qualche chattata con profili social di ragazze e ragazzi gentili e avvenenti, apprezzamenti e like per le foto pubblicate. Si passa poi alle video chat e le richieste si fanno man mano più spinte. Nei giorni seguenti, il martellamento online include la richiesta di somme di denaro anche esigue, con la minaccia che, in caso di mancato pagamento, il materiale sessuale verrà diffuso tra tutti i contatti, gli amici e i parenti. Le vittime, intrappolate tra la vergogna e la paura che le immagini intime possano essere viste dai loro contatti, tendono a tenersi tutto per sé, a non confidarsi con nessuno, in particolare con i genitori. Per questo motivo il fenomeno è sottostimato: la denuncia impone ai ragazzi un disvelamento che a volte appare più doloroso delle minacce dell’estorsione. Il consiglio della Polizia postale è di non cedere mai al ricatto. Fondamentale: non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui si viene contattati, ma fare gli screenshot delle conversazioni con l’estorsore; parlarne con i genitori, segnalare al portale www.commissariatodips.it

Corrado Ricci