Beni confiscati alla mafia ’Casa’ per la Protezione civile e un presidio per la legalità

Approvata all’unanimità la delibera di giunta che formalizza la volontà di acquisire gli immobili. Il sindaco Cecchinelli: "In quel luogo un ricco calendario di attività educative per i cittadini ". .

Beni confiscati alla mafia ’Casa’ per la Protezione civile e un presidio per la legalità

Il primo cittadino Katia Cecchinelli

Beni immobili definitivamente confiscati alla criminalità organizzata entrano nel patrimonio del Comune di Castelnuovo. E diventeranno la nuova sede del Gruppo Comunale di Protezione civile. Lo ha deciso, con voto unanime, la giunta comunale approvando la delibera che, come prevede la procedura, formalizza la volontà di acquisire gli immobili, ne indica l’utilizzo a cui destinarli ed è già stata inviata all’ANBSC, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati. Si tratta di due interi fabbricati in muratura per un totale di 160 metri quadrati, una tettoia che li collega, un prefabbricato in legno, un’area destinata a parcheggio e un terreno agricolo. Il tutto al di fuori del centro abitato, in zona Montecchio.

"La legge - spiega L’assessore ai Lavori pubblici e Protezione civile Loris Pietrobono - prevede che questa tipologia di beni sia destinata ad uso sociale. La Protezione civile è da tempo in sofferenza nell’attuale sede al centro commerciale, un locale piccolo e con canone di locazione. Darle la possibilità di occupare gratuitamente un luogo più ampio e adeguato alle numerose attività che svolge ci sembra la scelta più giusta". "È in linea con il percorso di educazione alla legalità - aggiunge la sindaca Katia Cecchinelli - in cui il nostro comune è impegnato da sempre, in stretta collaborazione con l’associazione Libera e con le Forze dell’ordine. Vorremmo che quel luogo, oltre ad ospitare un organismo socialmente importante come la Protezione civile, diventasse un presidio di legalità, con un ricco calendario di attività educative destinate a tutta la popolazione, soprattutto ai giovani".

Cosa ne sarà degli spazi che non dovessero essere occupati dalla Protezione civile, come il terreno agricolo? Diventerà un terreno sociale? Un orto condiviso? "Sono entrambe ipotesi molto interessanti - dichiara con entusiasmo Pietrobono - su cui ragioneremo con attenzione. Ora è ancora presto. Lo capiremo meglio quando entreremo materialmente nella disponibilità degli immobili". Difficile dire con esattezza quando. Forse per l’inizio dell’anno nuovo. Perché sono ancora diversi i passaggi tecnici e amministrativi da superare, a cui seguiranno i tempi necessari alla risistemazione degli immobili. Comunicato l’assenso formale all’ANBSC, infatti, ora bisogna attendere la risposta di accettazione. Quando arriverà, dovrà passare al vaglio del Consiglio comunale, demandando al responsabile del settore tecnico ogni ulteriore adempimento. "Speriamo accada entro metà settembre - dice Cecchinelli - perché così potremo partecipare ad uno specifico bando della Regione per ottenere il finanziamento dei costi di ristrutturazione che scade il 30 settembre". Alina Lombardo