Record Taiti: guiderà ancora il Coni

Rinnovato al vertice dopo 39 anni ininterrotti. "La priorità? Riaprire a tutti i costi lo stadio Lungobisenzio"

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di Stefano De Biase

Quando Massimo Taiti venne nominato per la prima volta fiduciario del Coni di Prato, l’Italia non aveva ancora vinto i mondiali di Spagna, il sindaco era Lohengrin Landini e alla guida del Prato era da poco arrivato Andrea Toccafondi. Correva il 1982 e da quella primavera, per 39 anni consecutivi, Taiti è stato alla guida del Coni pratese. L’ultima nomina qualche giorno fa per il quadriennio 2021-2025: significa che Taiti arriverà almeno a 43 anni consecutivi di presidenza provinciale, diventando uno dei delegati più longevi di tutta Italia.

Taiti, si sarebbe mai aspettato tutto questo?

"All’epoca avevo 30 anni, ero il presidente della Pallamano Prato ed ero azionista del Prato Calcio, le mie due più grandi passioni anche da giocatore. Non sapevo cosa mi potesse riservare il futuro, ma ci ho messo sempre tutto l’impegno e la passione possibile".

La continuità alla guida del Coni è un vantaggio per la città o sarebbe auspicabile un ricambio generazionale?

"Fatta eccezione per due elezioni, sono sempre stato il candidato unitario. Questo incarico l’ho sempre portato avanti con passione e a costo zero. Evidentemente qualche qualità devo pure averla avuta. E grazie all’esperienza al Coni sono cresciuto come dirigente sportivo, facendo un percorso in Figc che mi ha portato alla vicepresidenza toscana".

Com’è cambiato lo sport negli ultimi 40 anni?

"In passato anche chi era professionista faceva sport in maniera più amatoriale rispetto a oggi. Negli anni sono stati fatti passi avanti nell’organizzazione sportiva, nella lotta al doping e nella medicina, consentendo agli atleti di restare in attività più a lungo".

Cosa invece non è migliorato? "Sicuramente l’impiantistica sportiva. Mi ricordo un Prato -Montecatini della stagione 19781979 in cui al Lungobisenzio c’erano 11.000 tifosi. Oggi lo stadio è chiuso da 4 anni".

Qual è secondo lei il problema dell’impiantistica sportiva? "Sicuramente ci sono difficoltà legate alla burocrazia. Ma soprattutto si è smesso di investire. I campi di oggi sono gli stessi di 40 anni fa. Oggi abbiamo strutture non all’altezza".

Ad esempio?

"Manca una nuova piscina, bisogna ancora completare la pista d’atletica e siamo sprovvisti di un vero palazzetto dello sport".

Qual è la priorità?

"Riaprire a tutti i costi il Lungobisenzio. Lo stadio chiuso, tenuto in una condizione di abbandono, è una sconfitta per tutti".

E’ stato fiduciario, commissario, presidente e delegato Coni: di cosa va più fiero?

"L’impegno per organizzare il primo centro estivo multietnico d’Italia. C’era Romagnoli sindaco e lo organizzammo al campo dell’Ambrosiana, oggi abbandonato. Abbiamo fatto giocare, divertire e integrare migliaia di bambini, offrendo corsi gratuiti al 25% di loro. Possiamo dire di avere fatto scuola in tutta Italia. Oggi, infatti, i centri estivi li fanno tutti".

Cosa può dare oggi il Coni alla provincia pratese?

"In questo momento siamo paralizzati in attesa che il governo consenta al Coni e a Sport e Salute di trovare un accordo per riuscire ad andare avanti insieme. Una volta risolta questa situazione daremo il nostro consueto contributo sui valori dello sport e sull’impiantistica. Comune e Regione devono aiutare le società a superare la pandemia. E poi devono iniziare a investire davvero nelle strutture sportive".