Il parroco non vuole gli ultras e sbarra il campo. "Ci sono le cresime, porte chiuse"

A Mezzana don Malinconi teme problemi domenica per l’arrivo dei tifosi della Massese. I dirigenti del Prato 2000: "E’ un’umiliazione"

Don Massimo Malinconi

Don Massimo Malinconi

Prato, 21 ottobre 2021 - "Nel weekend ci sono le cresime, il parcheggio serve ai genitori dei bambini. La partita di calcio dovrà quindi svolgersi a porte chiuse, anche perché non possiamo permetterci di mischiare tifosi e cresimandi". A parlare è don Massimo Malinconi, parroco di Mezzana, nonché proprietario attraverso la diocesi dell’impianto sportivo di via dell’Agio. Domenica pomeriggio al ‘Parrocchiale’ deve disputarsi il match del campionato d’Eccellenza fra il Prato 2000, che l’impianto lo ha in affitto per le partite casalinghe, e la Massese. Don Massimo, appena saputo della concomitanza fra il rito religioso e quello sportivo, ha subito messo le cose in chiaro: "Ho chiamato i dirigenti del Mezzana che gestiscono l’impianto e ho sottoposto loro il problema", prosegue don Malinconi. "Dopo di che è stato comunicato al Prato 2000 che quella partita si poteva giocare solo a porte chiuse".

Per la società pratese è stata una vera e propria doccia gelata. Da un lato c’è il fattore economico: giocare a porte chiuse significa mandare in fumo gli incassi di una sfida che avrebbe richiamato più tifosi. Dall’altro c’è la tegola burocratica perché si è dovuto mettere in moto un meccanismo che nulla ha a che fare con il calcio. Il Prato 2000 ha infatti dovuto fare richiesta di "giocare senza tifosi per la concomitanza delle cresime" alla Figc Toscana, che a sua volta ha inviato la comunicazione alla Lega nazionale a Roma, che in giornata sottoporrà il caso all’Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive, le cui decisioni saranno infine comunicate a questura e prefettura. "Questa è l’ennesima umiliazione che dobbiamo subire", commenta rammaricato Stefano Guarducci, responsabile del Prato 2000. "Non solo il Comune non è in grado di affidarci un impianto in cui giocare in Eccellenza, ma adesso dobbiamo sottostare anche a queste considerazioni extracalcistiche. Siamo di nuovo di fronte all’inadeguatezza di una città che non ha spazi per svolgere calcio ad alti livelli. Finché resti nella mediocrità va tutto bene, se vuoi alzare il livello diventi un problema". In realtà la motivazione delle cresime non è la sola che ha spinto il parroco a chiedere di giocare a porte chiuse. La tifoseria della Massese, infatti, è stata protagonista a fine settembre di scontri con quella della Carrarese. Dai quali sono scaturiti dieci Daspo. "Se i tifosi della Massese arrivano a Mezzana a decine dove li mettiamo?", si domanda don Massimo. "Un conto sono le partite di Prima categoria, un altro ospitare eventi con squadre che dovrebbero stare nei professionisti".

Ricordiamo che solo due settimane fa il prefetto di Prato, Adriana Cogode, aveva disposto il divieto di vendita dei biglietti ai residenti nella provincia di Massa Carrara per il match giocato al Chiavacci fra Zenith Prato e Massese. Problemi alla fine non ce ne furono, ma Guarducci a questo punto chiede un intervento chiarificatore alle forze dell’ordine. "Ci dicano se davvero questa è una partita a rischio. E ci venga spiegato se ci sono precauzioni da prendere. Noi comunque siamo assicurati contro danneggiamenti e atti vandalici". Poi sposta il discorso sul tema impianti. "Sono due anni che il Comune deve allargare il campo Silta a San Giorgio a Colonica così da permetterci di giocarci l’Eccellenza. Avevano promesso lo stanziamento di 200.000 euro nel bilancio 2020. Aquesto punto rinunceremo alla gestione dell’impianto, perché rappresenta solo un costo senza poterci giocare né allenare".