La morte di Antonello Falqui, i suoi inizi come aiuto regista di Malaparte

Nel 1950, prima di entrare in Rai, era stato aiuto del grande scrittore e giornalista pratese per il film "Cristo proibito"

Addio ad Antonello Falqui. Qui con Mina a Milleluci, nel 1974 (Ansa)

Addio ad Antonello Falqui. Qui con Mina a Milleluci, nel 1974 (Ansa)

Prato, 16 novembre 2019 - La notizia è di quelle che rattristano tutto il mondo dello spettacolo; a novantaquattro anni si è spento a Roma, Antonello Falqui, probabilmente il più grande regista televisivo, il Federico Fellini del varietà come veniva spesso definito dalla critica più severa. A Falqui dobbiamo i grandi show che hanno reso più allegro il sabato sera degli italiani. Dalle prime edizioni di “Canzonissima” al celebre “Studio Uno”, da “Teatro 10”a “Dove sta Zazà”, da “Speciale per noi” ad “Al paradise” fino al varietà dei varietà che è entrato nei manuali della storia della televisione, quel “Milleluci”del 1974 che coraggiosamente univa il mondo di due “regine”, Mina e Raffaella Carrà. Compresa la prime edizione di “Pavarotti and friends”nel 1992. I più grandi talenti dello spettacolo devono a lui quella grande popolarità che solo la “vetrina televisiva” poteva dare. Un autentico talent scout che ha scoperto, lanciato o quantomeno valorizzato nomi come Manfredi, Panelli, Bramieri, Chiari, le mitiche gemelle Kessler, Dorelli, Vianello, Mondaini, Proietti, Montesano. E poi ancora Milva, la Vanoni, le sorelle Goggi e tanti altri.

La lista dei talenti “scelti”da Antonello Falqui nell’arco di una lunga carriera durata quarant’anni, è a dir poco incredibile. Eppure i suoi inizi sono all’insegna del cinema drammatico, prima di entrare in Rai nel 1952. Dopo la laurea in Giurisprudenza, si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia nella speranza di diventare un regista della settima arte. La prima grande occasione professionale per un giovane e ambizioso Falqui arriverà subito grazie a Curzio Malaparte. Sarà proprio lo scrittore di Prato a portarlo su un set per il suo debutto dietro la macchina da presa con “Cristo proibito”. Malaparte regista, Falqui aiuto, per un film controverso che avrebbe girato i festival di mezzo mondo ricevendo talvolta critiche spietate, scatenando accese polemiche.

Un reduce dalla campagna di Russia torna a piedi nel paese natale, Montepulciano. Soltanto al suo arrivo scoprirà la morte del fratello, partigiano fucilato dai tedeschi. Grandi attori nel cast; Raf Vallone all’epoca una vera star del cinema internazionale, Elena Varzì (vera moglie di Vallone), l’attore francese Alain Cuny, Annamaria Ferrero, Gino Cervi e Rina Morelli. Il primo e unico film diretto da Malaparte si dovette accontentare solo di un riconoscimento al festival del cinema di Berlino nel 1951, di un discreto successo commerciale e di tante stroncature. Per Antonello Falqui, un'esperienza certamente importante, prima di un cambiamento di percorso verso la tv. La migliore tv che portava la sua firma e che è rimasta nel cuore degli spettatori.