Montemurlo (Prato), 1 maggio 2025 – Un monito a ricordare come la sicurezza sui luoghi di lavoro deve avere la precedenza su tutto. Sotto un sole cocente è stata scoperta, oggi primo maggio, la targa della strada a Montemurlo dedicata a Luana D'Orazio, l'operaia di 22 anni uccisa da un 'orditoio il 3 maggio di quattro anni fa.

E proprio nel giorno in cui si festeggia il lavoro il Comune di Montemurlo ha deciso simbolicamente di intitolare la strada alla ragazza durante una cerimonia a cui hanno partecipato istituzioni, i familiari della ragazza morta, cittadini, curiosi. La cerimonia è stata inserita all'interno della festa del primo maggio che ha visto la piazza di Montemurlo animarsi di migliaia di bandiere della Uil, ed è stata scelta come piazza di riferimento delle celebrazioni nazionali insieme a Roma e Palermo.
Il momento clou è stata proprio l'intitolazione che si è tenuta nella strada che si trova nella zona industriale della città. Una via di accesso alle fabbriche per ricordare la tragedia della ragazza morta mentre stava lavorando proprio in una di quelle ditte tessili.
Alla cerimonia hanno partecipato, oltre al sindaco Simone Calamai, la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, Chiara Gribaudo, presidente della commissione di inchiesta sul lavoro sicuro della Camera che era stata a Prato nel novembre scorso, il presidente della regione Toscana Eugenio Giani, il segretario nazionale della Uil Pierpaolo Bombardieri, la prefetta Michela La Iacona, la mamma di Luana D'Orazio, Emma Marrazzo insieme a tutti i suoi familiari, la deputata di Fratelli d'Italia Chiara La Porta, tutti i sindaci della provincia di Prato.
Una cerimonia toccante iniziata con le parole del sindaco di Montemurlo che ha fatto gli onori di casa e che ha sottolineato la "forza e la determinazione della mamma di Luana e dei suoi familiari" che hanno fatto della "battaglia sulla sicurezza sul lavoro una ragione di vita e di civiltà".
L'intitolazione della strada è un gesto di attenzione che certifica l'impegno congiunto di tutte le istituzioni per un lavoro buono, giusto e sicuro", ha concluso Calamai. "Quella di mia figlia non è stata una 'morte bianca' - ha detto Emma Marrazzo - Su quella morte c'è tanto sangue, non solo quello di Luana ma anche il nostro. Io non vivo, sopravvivo, Mia figlia è stata uccisa con crudeltà perché alla macchina a cui stava lavorando hanno tolto tutti i sistemi di sicurezza. Con la mia battaglia volevo dare una scossa, lo faccio per tutti i lavoratori perché nessuno mi ridarà più mia figlia".
Al termine della cerimonia il sindaco Calamai, la ministra Calderone e la mamma di Luana hanno scoperto la targa della strada, mentre i palloncini rosa e bianchi si alzavano in aria, togliendo la bandiera italiana che la oscurava e dopo che la filarmonica Giuseppe Verdi ha suonato l'inno di Italia. Poi è stato scoperto il monumento posizionato dal Comune all'inizio della strada che racconta la storia tragica di Luana. Il vescovo di Pistoia Tardelli ha benedetto la strada: "Questa non è una via di morte ma di vita". "Luana amava il sole e il sole di oggi lo ha mandato proprio lei", ha chiosato la mamma di Luana commossa per l'abbraccio ideale delle istituzioni ma anche delle tante persone che hanno voluto partecipare alla manifestazione in memoria di sua figlia.