FRANCESCO BOCCHINI
Cronaca

Perde il lavoro e parte per l’Africa. "Qui aiuto i bambini a studiare"

La storia di Masaki Pavani che a 24 anni ha deciso di andare in Tanzania dove ora fa il volontario. L’idea di una raccolta fondi natalizia: si possono acquistare gli addobbi fatti dai suoi piccoli allievi

Masaki Pavani

Prato, 10 dicembre 2021 - Da Prato è arrivato fino ad Arusha, città nel nord della Tanzania. Oltre 9.300 chilometri, che Masaki Pavani ha attraversato con la voglia e l’obiettivo di vivere un’esperienza unica nel suo genere. Esperienza breve ma intensa (solo tre settimane), durante la quale il 24enne si sta dedicando al volontariato presso una scuola del posto. "Non mi considerate una sorta di San Francesco, sto solo dando una mano a chi ne ha bisogno", dice.

"Sono partito il 20 novembre. Dopo la laurea conseguita a ottobre in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano e dopo che non mi hanno rinnovato il contratto a lavoro, ho deciso di viaggiare senza una meta. Sono finito in Tanzania grazie a ’Workaway’, una piattaforma online dove associazioni o semplici famiglie pubblicano annunci di lavoro, offrendo vitto e alloggio. Non appena ho saputo della possibilità di venire ad Arusha come volontario non me la sono lasciata sfuggire".

Il progetto a cui Masaki ha scelto di aderire è quello della "Together Forever", organizzazione locale che segue tre gruppi: il più sostanzioso è formato da 55 bambini di età compresa fra i 2 e i 6 anni a cui offre educazione gratuita; un altro comprende una ventina di adolescenti appassionati di canto e danza, che vengono aiutati a esercitarsi in cambio della promessa di seguire corsi di inglese e informatica. Infine, l’ultimo è composto da donne abbandonate dai mariti e in alcuni casi violentate. "I volontari meno esperti fungono soprattutto da supporto per gli insegnanti, ad esempio giocando con i bambini, mentre quelli più esperti si occupano di cercare sponsor per ricevere materiale scolastico e tutto quello che serve all’organizzazione", racconta Masaki. "I primi giorni mi sono serviti per capire dove ero finito. Poi ho pensato che una raccolta fondi natalizia tramite i miei social potesse essere la cosa migliore per dare un aiuto concreto. I bambini della scuola realizzano degli addobbi, che manderemo a chi donerà almeno due euro".

L’appello lanciato pare aver riscosso successo fra i suoi amici pratesi, che Masaki intende rassicurare sul proprio stato di salute, in un momento in cui il Covid-19 ha ripreso a viaggiare veloce, con la nuova variante Omicron rilevata per la prima volta proprio in Africa, per la precisione nelle regioni del Sud. "Quando sono partito la situazione legata alla pandemia non era preoccupante, tanto che la Farnesina indicava la Tanzania come un luogo sicuro. Non mi sono fatto problemi a scegliere questa meta e anche i miei genitori erano tranquilli. Li sento ogni giorno e mi dicono di stare attento. Lo scenario non è così drammatico, anche perché il Covid-19 non è il primo problema a cui pensano". Secondo la testimonianza di Masaki, nemmeno la povertà lo è. "E’ vero che c’è tanta povertà, ma non è avvertita come una difficoltà. Le persone stanno bene e si fanno bastare quello che hanno".