
È un giorno d’ottobre del 2022 quando Vera Paggi, Ermanno Smulevich e Roberto Visconti si incontrano per la prima volta, a Prato, grazie al Museo della Deportazione. La storia delle loro famiglie è tragicamente segnata dalla Shoah e legata profondamente alla città: le vite di quattro giovani uniti da una profonda amicizia furono travolte o spezzate dalla persecuzione razziale e dalla deportazione. Due di loro, ebrei, morirono ad Auschwitz. E oggi i loro discendenti – appunto Vera, Ermanno e Roberto – decidono di mettere in scena uno spettacolo per raccontare questa tragica storia. Vera, giornalista Rai, è la pronipote di Goffredo Paggi morto ad Auschwitz; Ermanno, chirurgo, è figlio di Alessandro Smulevich, salvatosi miracolosamente dalla deportazione; l’attore Roberto Visconti è figlio di Anna Caterina Dini, pratese, che per decenni ha conservato lettere e oggetti degli amici. Nasce così "Voci dal buio", lo spettacolo promosso dal Museo della Deportazione a cura di Vera Paggi, Ermanno Smulevich, Roberto Visconti, che andrà in scena al Metastasio lunedì 30 gennaio alle 10, per raccontare la storia di Alessandro Smulevich, Lia Sara Millul, Goffredo Paggi e Anna Caterina Dini.
Nella primavera del 1943 trascorrono insieme lunghi pomeriggi, si confidano, si innamorano. La loro vita cambierà drasticamente all’indomani dell’8 settembre. Alessandro, Lia Sara e Goffredo sono ebrei. Alessandro Smulevich con tutta la famiglia riesce a fuggire nella campagna di Firenzuola. Vengono nascosti da due famiglie di contadini, che rischiano la vita per proteggerli. Riescono a salvarsi. Lia Sara Millul si nasconde nel convento di piazza del Carmine a Firenze. Ha 19 anni quando viene arrestata a Firenze, il 26 novembre 1943, il 6 dicembre il suo treno per Auschwitz. Goffredo Paggi viene denunciato e arrestato a Firenze il 7 dicembre 1943. Detenuto prima alle Murate, viene poi portato a Milano nel carcere di San Vittore e il 30 gennaio 1944 deportato ad Auschwitz. Anche lui non è più tornato. Anna Caterina Dini resta a Prato e non avrà più notizie dei suoi amici ben oltre la fine della guerra. Aspetterà a lungo il fidanzato Goffredo e l’amica del cuore Lia dei quali conserverà alcune fotografie e una ciocca di capelli rossi, che Lia Sara le aveva consegnato prima di partire per Firenze. Oggi sono conservate al Museo della Deportazione, a cui sono state donate da Roberto Visconti, il figlio di Anna.
Da oltre vent’anni il Museo di Figline porta avanti le ricerche sulla deportazione da Prato. Di Lia e del suo legame con la città si sapeva già, grazie allo storico locale Michele di Sabato, ma nel 2017 la famiglia Smulevich trova il diario di Alessandro riposto in un armadio: è il racconto minuzioso di giorni spensierati e di momenti drammatici. In quelle pagine, oggi diventate un libro (Matti e Angeli, una famiglia ebraica nel cuore della Linea Gotica, Diario 1943-44) i figli di Alessandro scoprono i racconti della vita dei quattro ragazzi e trovano i loro discendenti. "Voci dal buio" è un altro modo di conservare la memoria di quei fatti tragici, di tramandarla. Allo spettacolo parteciperanno anche Luciano Ardiccioni, Rosanna Marcato e Chiara De Palo. Musiche di Ivan Vandor a cura dell’associazione Camera Musicale Fiorentina. Ingresso libero con prenotazione a [email protected]