ANNA BELTRAME
Cronaca

Visitazione, l’opera eccelsa. Toccafondi: "Un’ipotesi?. La Villa di Poggio a Caiano. Deciderà la Soprintendenza"

La consulente del ministero della Cultura: "Devono essere garantite fruibilità e sicurezza. Nuovo tour all’estero da escludere: troppi rischi. Necessario che resti nel territorio mediceo". .

Visitazione, l’opera eccelsa. Toccafondi: "Un’ipotesi?. La Villa di Poggio a Caiano. Deciderà la Soprintendenza"

"La Visitazione di Pontormo è un’opera eccelsa, ha un’importanza assoluta, è patrimonio di tutta l’umanità. Non si può in nessun modo sottrarre questo capolavoro al godimento pubblico. L’altro dovere è quello di difendere la sua integrità. Tutti i protagonisti, coloro che hanno un ruolo in questa vicenda, lo devono ricordare". Diana Toccafondi (nella foto), oggi presidente della Fondazione Cassa di risparmio, è stata direttore dell’Archivio di Stato di Prato, poi dirigente della Soprintendenza archivistica Toscana e ancora oggi è presidente del Comitato tecnico scientifico archivi del Mibact e fa parte del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici. E’ una donna di vasta cultura, di grande umanità. Con autorevolezza, con forza e determinazione, con il cuore, lancia un appello perché si trovi una soluzione, una strada. "La Visitazione è un’opera fragile, ritengo non si possa esporre ai rischi di nuovi viaggi in giro per il mondo, che potrebbero danneggiarla in modo irreparabile – sottolinea –. In attesa che la pieve di San Michele sia di nuovo agibile deve essere esposta al pubblico godimento in condizioni di totale sicurezza. Per opere di questa importanza non si può prescindere dalla relazione con il contesto".

Tra il 2018 e il 2019 la Visitazione è stata protagonista di due mostre negli Stati Uniti, la prima a New York (Morgan Library & Museum), la seconda a Los Angeles (Paul Getty Museum): era la prima volta che lasciava l’Italia. Un’altra tournée all’estero, come alcuni hanno ipotizzato anche con l’idea di raccogliere fondi per i restauri della pieve, potrebbe mettere a repentaglio la sua integrità. Dove collocarla, allora, provvisoriamente? Non si può prescindere dal contesto, dice Toccafondi. Il capolavoro del Pontormo, lo ricordiamo, appartiene al patrimonio della Diocesi di Pistoia, di cui Carmignano fa parte.

"La relazione con il territorio fa parte del contesto interpretazionale dell’opera: spostarla da quei luoghi sarebbe anche questo un danno – evidenzia Toccafondi –. Secondo me la scelta più sensata sarebbe lasciarla nell’ambito dei comuni medicei. Vanno naturalmente verificate le condizioni di sicurezza e di visibilità all’interno del complesso di San Michele, ma credo che debba essere presa in considerazione anche un’altra ipotesi, ovvero una sua possibile collocazione provvisoria all’interno della Villa Medicea di Poggio a Caiano, che che appartiene allo stesso ’paesaggio’ culturale e artistico, ma soprattutto custodisce un altro capolavoro del Pontormo". Si tratta della magnifica lunetta del Salone Leone X, che raffigura le divinità romane di Vertumno e Pomona, decorata fra il 1519 e il 1521, dieci anni prima della Visitazione. Per chi non la conoscesse o non la conoscesse abbastanza, una citazione significativa dallo scrittore e storico dell’arte russo Pavel Muratov, contenuta nel primo volume di Immagini dall’Italia, uno splendido diario di viaggio scritto all’inizio del secolo scorso e pubblicato in Italia da Adlephi nel 2019: "Si trovasse agli Uffizi, già da lungo tempo avrebbe fama universale di opera assai vicina alla complessa sensibilità lirica del nostro secolo. Berenson la definisce una creazione di oggi, piuttosto che di quattro secoli orsono..., un pizzico di noi stessi nel bel mezzo di cose d’altri tempi". Due capolavori senza tempo, appunto, opera del genio toscano. Vederli insieme, provvisoriamente: l’idea è di grande suggestione.

"Naturalmente sulla scelta della collocazione si deve pronunciare la Soprintendenza – sottolinea Toccafondi –, che ha il patrimonio conoscitivo e la responsabilità della tutela e la esercita in nome dell’articolo nove della Costituzione, al di là e al di sopra di ogni visione particolaristica. La giusta terzietà, che conosco avendo fatto la sovrintendente, in accordo con tutti, dalla Diocesi di Pistoia, alla Provincia di Prato, ai Comuni medicei. La soluzione migliore è quella che salvaguarda l’opera e la mette a disposizione delle persone, senza svellerla in modo violento dal territorio, dal paesaggio, a cui appartiene. In alternativa alla Villa di Poggio si può considerare anche l’ipotesi di Palazzo Pretorio, una cornice magnifica, a Prato".

Toccafondi conosce bene la Visitazione del Pontormo, sulla quale ha pubblicato anche un saggio nel 2016, in un volume in memoria dell’amica Alessandra Contini Bonacossi, storica e archivista prematuramente scomparsa nel 2006, figlia del grande collezionista Ugo Contini Bonacossi di Capezzana. "La visione di questo dipinto ha segnato un punto fondamentale nella mia formazione culturale in senso pieno – racconta –. Lo considero uno dei vertici dell’arte mondiale, in grado di sintetizzare aspetti artistici, emotivi ed antropologici come pochissime altre opere. Nel quadro ci sono due figure che ci guardano, come se ci invitassero ad entrare nel dipinto, a partecipare a questa danza, a questa magia. L’ho visto e ammirato un’infinità di volte, l’ho fatto conoscere a tante persone, a cominciare dalle mie figlie quando erano ancora bambine".

"Nel dipinto – conclude Diana Toccafondi – ci sono elementi che toccano la nostra natura, le stagioni, l’età del cosmo e della vita. Ci sono quattro donne che portano la novità della vita e si abbracciano nel reciproco riconoscimento. In questo dipinto è come se Pontormo avesse percorso il secreto calle della natura umana, citando il sonetto che Varchi gli dedicò. Oggi per questo capolavoro che dell’umanità è patrimonio si deve trovare la soluzione più giusta".