Sesso col ragazzino, al setaccio gli smartphone. Il dubbio sulla paternità del neonato

Prato, la Procura indaga per violenza sessuale sulla donna 35enne che dava ripetizioni all'adolescente. Attesa per l'esito dell'esame sul Dna

Le indagini della polizia

Le indagini della polizia

Prato, 9 marzo 2019 - C'è lo smartphone della donna, la 35enne indagata per violenza sessuale su minore, e c'è quello della sua presunta vittima. Il primo lo ha sequestrato la squadra mobile della Questura durante la perquisizione domiciliare a casa della donna, il secondo è stato messo a disposizione degli inquirenti dall'avvocato del giovane. Su quei messaggi si cercherà di fondare la prova della relazione proibita fra i due. Mesaggi da trovare e "certificare" come veri. A meno che non arrivi prima l'esito dell'esame del Dna: già, perché la 35enne è diventata mamma poco tempo fa e c'è l'atroce dubbio che il figlio (nel frattempo riconosciuto dal marito della 35enne) sia nato dal rapporto con il ragazzino. L'indagata ha dato il suo consenso al prelievo del Dna del bambino per la comparazione che dirà chi è il padre. Un verdetto che potrebbe chiarire in parte o in toto anche il resto della vicenda, a seconda dell'esito.

La storia scandalosa che ha travolto Prato nella giornata di ieri, in realtà, affonda le sue radici nel 2017. Una vicenda dalla genesi quantomai comune: i genitori del ragazzo conoscono la 35enne in palestra, da cosa nasce cosa e alla fine viene fuori la possibilità di indirizzare il figlio (allora 13enne) da quella giovane donna perché gli dia ripetizioni scolastiche, anche se lei non è una professoressa ma svolge un altro mestiere.

I genitori, incalzavano il ragazzo perché spiegasse il suo umore strano, il cambiamento nel suo comportamento, perché si aprisse e cacciasse via i suoi demoni. E lui ha confessato la storia, raccontando tutti i particolari. Da lì è partita la denuncia presentata dalla famiglia dello studente per violenza sessuale su minori e atti sessuali su minori. Poi l'apertura di un fascicolo in Procura, la perquisizione ad opera della polizia. E ora, l'attesa.

La donna, difesa dall'avvocato Mattia Alfano del Foro di Firenze e da Massimo Nistri del Foro di Prato, nega tutto e si dice tranquilla. La famiglia dello studente, oggi 14enne, è assistita dall'avvocato Roberta Roviello.