
Università in carcere "Investire sul futuro grazie allo studio"
E’ stato ufficialmente inaugurato l’anno accademico del Polo Universitario Penitenziario (Pup) presso la casa circondariale La Dogaia di Prato. Il progetto è nato nel 2000: da allora sono stati circa 300 gli iscritti ai corsi dell’Università di Firenze (coinvolta assieme a quelle di Pisa, Siena e per Stranieri di Siena). Gli studenti attualmente ammontano a 55, con 18 matricole. La maggior parte di loro (28) fa capo alla casa circondariale di Prato. Numeri questi che nel corso degli ultimi anni si stanno mantenendo stabili. I corsi di laurea che riscuotono l’interesse più alto afferiscono alla Scuola di Studi Umanistici e della Formazione e di Giurisprudenza. Da quando il progetto è partito invece, sono stati in tutto 37 i laureati. L’impegno delle università, oltre che nella messa a disposizione dei propri docenti, si traduce anche in un investimento a livello di strumenti per lo studio (l’acquisto di nuovi computer, monitor, stampanti, libri e tutto il materiale necessario) e di strutture, come le due sale riservate agli iscritti de la Dogaia in media e alta sicurezza recentemente rinnovate. L’obiettivo è quello di dare la possibilità ai detenuti di investire su se stessi, implementando le conoscenze in proprio possesso.
"Già, perché chi entra in carcere è spesso privo di risorse di questo tipo. Grazie ad un’offerta formativa dalla qualità in costante ascesa – dice la direttrice della casa circondariale la Dogaia, Maria Isabella De Gennaro – possiamo aprire nuovi orizzonti ai carcerati e garantire loro strumenti spendibili una volta che saranno fuori. Per molti di loro, studiare in maniera organizzata significa dare un senso al proprio percorso e un’immagine diversa di sé". Ma a qualcuno serve anche per altro. "Dalle testimonianze di detenuti laureati, è emerso come all’inizio l’opportunità dello studio in carcere rappresenti soprattutto uno modo per riempire il tempo – sottolinea Pierpaolo D’Andria, provveditore dell’amministrazione Penitenziaria per Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise – Andando avanti però la cultura viene vista sempre più come lo strumento attraverso il quale comprendere gli errori commessi e conoscere meglio se stessi".
Francesco Bocchini