Prato, 29 settembre 2014 - E' stato condannato a sei anni e quattro mesi Sergio Maranghi, 87 anni difeso dall'avvocato Cristiano Toraldo, per l'omicidio della moglie Grazia Maranghi Centauro avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 settembre dell'anno scorso nella loro casa in via Guasti. Il giudice, Angela Fantechi, ha riconosciuto l'anziano colpevole ma gli ha concesso le circostanze attenuanti generiche e di aver agito in stato d'ira determinata dal comportamento altrui. Il giudice ha tenuto conto del contesto particolare in cui è maturata tutta la vicenda ritenendo le attenuanti prevalenti sulle aggravanti. Il pm, Benedetta Foti, aveva chiesto per l'imputato una condanna a 14 anni tenendo presente i risultati dell'ultima perizia nella quale Maranghi è stato ritenuto "lucido" al momento in cui è maturato l'omicidio. Nella prima perizia, invece, all'anziano era stata riconosciuta la seminfermità mentale. Per la difesa, Maranghi era sotto pressione per il ritorno a casa della moglie dopo una lunga malattia. Non riuscendo ad accontentare tutte le sue richieste perse la testa e la strangolò nel letto. Dopo l'omicidio, Maranghi — raccontarono alcuni vicini — era molto preoccupato dal ritorno della moglie. Nei giorni precedenti aveva chiamato con insistenza il tuttofare di famiglia per far eliminare gli spifferi dalle finestre della camera e la colf perché tirasse tutto a lucido e rendesse l’ambiente salubre e confortevole. Gli anziani coniugi stavano insieme da una vita: lui era professore di Matematica, lei lavorava con i suoi negozi di moda. Negli ultimi anni vivevano con la figlia Laura nell’appartamento del centro storico. Sergio Maranghi ora si trova in una strttura protetta.