
Roberto Rosati di Fortex
Prato, 7 aprile 2020 - Veleggia verso le duemila firme, la petizione lanciata #il lavoro è salute, lanciata sulla piattaforma charge.org dall’imprenditore Roberto Rosati, sessant'anni, industriale titolare dello storico lanificio Fortex. Che ha dato una scossa al mondo economico pratese lanciando la proposta di chiedere al sindaco Biffoni (e per sua mano al governo) di riaprire le attività produttive il 14 aprile, dopo le festività pasquali. Per firmare e scrivere le proprie opinioni: http://chng.it/9wD8zMr
In allegato, l'intervista video a Roberto Rosati
"Il distretto pratese è indietro di due-tre mesi rispetto ai concorrenti che stanno producendo da tempo e perdere ulteriore terreno rispetto ad esempio a due concorrenti come Cina e Turchia dove oggi si lavora a pieno regime può essere fatale per la sopravvivenza - spiega Rosati - Può portare danni in aggiunta a quelli già provocati dal coronavirus".
Le chiusure sono avvenute per ragioni di sicurezza. Con le fabbriche aperte tanti tornerebbero a spostarsi, il contagio potrebbe estendersi.
"Il coronavirus ha attecchito con straordinaria virulenza in alcune parti del Nord Italia, dove sono concentrati i focolai. Fuori da quelle zone è stato giusto effettuare attività di prevenzione chiudendo ogni attività eccetto quelle essenziali. Evitando il propagarsi della malattia. E su questo dobbiamo ringraziare i nostri politici che hanno anticipato e fatto da modello per altri paesi europei.Ma fuori dal nord non ci sono effettivi rischi".
Sarà, ma in fabbrica si tornerebbe a lavorare gomito a gomito e la bomba potrebbe esplodere.
"Parlo per il mio caso. Alla Fortex abbiamo sanificato gli ambienti ogni mattina finché è stato possibile lavorare. Abbiamo disposto flaconi di disinfettante ad ogni macchinario diviso gli spazi in modo che fra operai si mantengano le distanze. Sul piano della sicurezza credo sia più rischioso un supermercato dove c'è il contatto tattile con i prodotti confezionati che un lanificio".
I lavoratori hanno paura. Chi lo dice?
"Fra i firmatari della nostra petizione sono in prevalenza i dipendenti miei e di altri lanifici. Tutti favorevoli a ripartire. Anzi, sa che le dico? Che a far rispettare le regole su distanze, ambienti sanificati eccetera saranno proprio i lavoratori che giustamente pretenderanno condizioni di salute ineccepibili e quindi metteranno alle strette gli imprenditori incerti o riluttanti. Anche se non ne vedo in circolazione".
Crede che in caso di riapertura tutti gli imprenditori si adeguerebbero alle norme di sicurezza?
"Sono fiducioso,per Prato. C'è stato un punto di svolta: la foto delle code al supermercato. Tutti educali, civili. Una scena quasi non italiana. Prato e mondo hanno appreso la lezione. Lo choc è stato forte., Ora nessuno può permettersi di sgarrare".
Lo Stato intende sostenere le imprese con liquidità a tasso zero per il tempo delle chiusure coattive.
"Tasso zero o non zero saranno soldi da restituire e più dura la fermata più sarà difficile. Poi non dimentichiamo che Prato fa storia a sé nel mondo produttivo. La cassa integrazione qui non funziona. Gli artigiani, gli autonomi, i professionisti su cui si fonda il sistema pratese non hanno copertura con la cig. Come sempre, Prato fa storia a sé e deve pensare a salvarsi da sola. Ripartire presto è la soluzione sicura"
Piero Ceccatelli