T-Serve in pensione L’intuizione di Prato sostituita da PagoPa Ma quanti disagi

La piattaforma di pagamento ideata dal Comune negli anni ’90 piano piano sarà superata dal sistema nazionale: in questa fase molti servizi prima disponibili in tabaccheria non lo sono più.

T-Serve in pensione  L’intuizione di Prato  sostituita da PagoPa  Ma quanti disagi

T-Serve in pensione L’intuizione di Prato sostituita da PagoPa Ma quanti disagi

L’intuizione che fece di Prato una delle prime città digitalizzate d’Italia si avvicina alla pensione. Un traguardo che non arriva in modo indolore. Tutt’altro. Alla fine degli anni ‘90 debuttò in città il meccanismo del T-Serve per pagare nelle tabaccherie alcuni servizi e tributi comunali. Negli anni la rete dei tabaccai convenzionati si è estesa fino ad arrivare a 150 e anche i servizi offerti sono diventati sempre di più, con la possibilità ad esempio di farsi fare in tabaccheria certificati o piccole operazioni da ufficio anagrafe. Una rete rodata che nel tempo ha risolto innumerevoli problemi agli utenti: bastava andare sotto casa per pratiche che altrimenti avrebbero richiesto un appuntamento e poi una "visita" in Comune. Multe, ticket sanitari, certificati anagrafici, permessi auto: quasi tutto poteva passare dal T-serve tanto che il progetto fu rivenduto a diversi altri enti, in Toscana e nel resto d’Italia. Adesso con PagoPa, la piattaforma nazionale di pagamento tributi, imposte o rette verso la pubblica amministrazione, il T-serve rischia di andare in pensione definitivamente. Con tutti i problemi che il passaggio comporta soprattutto per le persone che hanno una certa età e poca dimestichezza con gli strumenti informatici. Sì, perché quello che finora poteva essere pagato con il T-serve adesso dovrà passare necessariamente dalla piattaforma PagoPa, ma ancora non tutti i bollettini sono dotati del QrCode necessario alle operazioni. Con ovvie conseguenze.

Un esempio? I ticket sanitari. Molti anziani da anni si rivolgono ai tabaccai per pagarli, oggi invece non si può più fare. Il problema, appunto, è che non tutti i bollettini hanno il QrCode così i cittadini adesso possono pagare soltanto agli sportelli Jolly che si trovano al Centro Giovannini o all’ospedale invece che al negozio sotto casa. Non poca cosa.

Il secondo esempio? I certificati anagrafici. Proprio in vista della dismissione del sistema T-Serve e della sostituzione con PagoPa molte tabaccherie convenzionate ultimamente non hanno rinnovato l’accordo per svolgere pratiche anagrafiche andando a svuotare di servizi una città che, con una grande intuizione prima del tempo, era riuscita a portarli sotto casa dei cittadini. Per i tabaccai rinnovare la convezione con il T-Serve per svolgere in prospettiva sempre meno servizi non rappresenta più un vantaggio in termini di lavoro e guadagno. E così nel caso dei certificati l’unica soluzione per chi non ha dimestichezza con il digitale è rivolgersi all’anagrafe che però riceve solo su appuntamento.

Pagare attraverso PagoPa è comunque possibile per tutti dal tabaccaio, a condizione che il bollettino che si deve saldare abbia il QrCode, ma a un costo più salato. La commissione però è di 2,50 euro, quasi il doppio del T-Serve del Comune. Oppure si può accedere al PagoPa in autonomia senza commissioni, ma in questo caso bisogna avere una identità digitale già pronta. Affacciarsi alla nuova era del PagoPa non è banale e a rimetterci sono le persone più fragili, sempre più escluse dall’epoca del digitale, ovvero gli anziani, chi è solo e non ha un parente giovane sul quale contare.

Silvia Bini