
PRATO
"Ci sentiamo messi nel mirino. La prima denuncia penale del 2023, il fascicolo numero uno depositato in Procura riguarda noi, nemmeno fossimo chissà chi". Mauro De Angelis è scoraggiato dopo aver saputo di essere stato denunciato dalla polizia municipale per abuso edilizio insieme alla sua compagna e Francesca Squilloni, anime di Stremao, l’associazione con sede a Montemurlo impegnata nell’aiuto alle famiglie bisognose. "Fare del bene a quanto pare non interessa, non capiamo perché tanto accanimento nei nostri confronti", si sfoga.
Il problema è legato ad un container che l’associazione aveva sistemato in un campo che si trova dietro la sede di via Labriola e che veniva utilizzato per preparare i pasti caldi per i bisognosi. L’associazione aveva chiesto una Scia (segnalazione certificata di inizio attività) in Comune per l’utilizzo, dopodiché allo scadere del permesso di tre mesi, il container, che era stato donato a Stremao da un ambulante, avrebbe dovuto essere rimosso. "Ci siamo fidati di una stretta di mano, siamo stati ingenui", aggiunge De Angelis. "Smontare il container avrebbe significato fare un lavoro enorme e poi non avremo saputo dove metterlo. Visto che lo usavamo per scopi benefici abbiamo chiesto all’Ufficio tecnico del Comune come poter fare: prima ci è stato detto che sarebbe bastato non utilizzarlo e infatti la cucina mobile non è più stata usata allo scadere dei tre mesi della Scia, poi dopo l’ennesimo controllo della polizia municipale, il Comune ci ha detto che se avessimo messo delle ruote al container sarebbe risultato in regola e così abbiamo fatto". Stremao ha speso oltre 800 euro per mettere le ruote al container e renderlo mobile così da evitare l’abuso edilizio, ma non è bastato per evitare la denuncia penale che adesso costerà all’associazione di beneficenza un iter che prevede l’avvocato e ulteriori spese. "È stata una doccia gelata, abbiamo speso 800 euro per le ruote come ci avevano detto dall’Ufficio tecnico del Comune dove abbiamo fatto il viottolo per andare ad informarci ed ecco che ci siamo trovati con una denuncia penale. Ora ha tutto in mano l’avvocato, mentre noi smontiamo la struttura che d’ora in poi non potrà più essere utilizzata per preparare pasti caldi a chi ne ha bisogno – chiude De Angelis –. Nonostante tutto non ci scoraggiamo e andiamo avanti".
Silvia Bini