Stop soprusi in classe: arrivano i bulliziotti

Saranno i bambini di 10 anni a controllare che i compagni non subiscano angherie. Succede al Cicognini grazie a un progetto appena partito

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"Togliti, adesso qui mi siedo io. Te vattene". "Vuoi giocare? Mi dispiace ma per te non c’è posto". E giù risatine. Va in scena la ricreazione e chissà in quante scuole ci sono compagni di classe prepotenti che se la prendono con i più deboli. Si chiama bullismo ed è il fenomeno contro il quale la scuola è da sempre in prima linea per insegnare ai bambini e ai ragazzi il valore del rispetto dell’altro anche se diverso. Parte da qui il progetto che da oggi fino alla fine di maggio coinvolgerà in via sperimentale la quinta elementare del Convitto Cicognini. All’interno della classe a vigilare che non si verifichino atti di bullismo e prepotenza sui compagni saranno gli stessi alunni di 10 anni investiti del ruolo di ’bulliziotti’. Si tratta di tre bambini che d’ora in poi saranno il punto di riferimento al quale i compagni potranno rivolgersi nel caso di soprusi e saranno loro stessi chiamati a vigilare sulla classe perché regni armonia e non si verifichino atti di prepotenza. Il progetto ideato dalla maestra Patrizia Barchi con l’avvallo della preside Giovanna Nunziata, parte dal presupposto di responsabilizzare gli alunni, dando loro un ruolo di controllo. Talvolta ciò che accade all’interno della classe è più facile vederlo con gli occhi dei bambini piuttosto che con quelli degli adulti. I ’bulliziotti’ eletti dai compagni avranno la possibilità di intervenire e sanzionare simbolicamente atti di prepotenza che, nei casi più gravi, dovranno poi essere riferiti alla maestra. "Abbiamo deciso di attuare un mini-progetto antibullismo. I bambini come prima cosa hanno eletto democraticamente tre loro compagni, i cosiddetti ’bulliziotti’, che godono del rispetto della classe. I nostri ’bulliziotti’ (due maschi e una femmina) hanno il compito di raccogliere eventuali segnalazioni relative a atteggiamenti di prepotenza o mancanza di rispetto tra gli alunni e intervenire dando consigli per risolverli", spiega la maestra Patrizia Barchi. "Le parole chiave da tradurre in comportamenti concreti sono esempio, empatia e rispetto. Ci siamo dati un obiettivo e una scadenza: diventare, entro il 20 maggio, una classe completamente debullizzata, intendendo non solo il bullismo vero e proprio, ma anche qualsiasi atteggiamento di mancanza di rispetto e prepotenza degli uni nei confronti degli altri".

Una classe in cui si vive in armonia e dove le prepotenze sono scongiurate dagli stessi alunni, che a 10 anni sono chiamati a fare da esempio per l’intera scuola. "Negli anni abbiamo lavorato molto sul tema del bullismo e del cyberbullismo", dice la dirigente Giovanna Nunziata. "All’interno della scuola abbiamo anche un referente per il bullismo a disposizione di tutti gli studenti. La cultura del rispetto va insegnata fin da piccoli".

Silvia Bini