
Undici ammonimenti del questore in appena sei mesi a fronte dei 12 emessi nel corso del 2020. Mariti e compagni violenti, fidanzati ossessivi e gelosi, ma anche padri che maltrattano e cyberbulli. L’emergenza nei confronti delle fasce deboli continua e le denunce per maltrattamenti in famiglia, stalking e violenze di ogni tipo continuano ad aumentare, come dimostrano i tanti fascicoli aperti in procura.
Basti pensare che in soli due anni gli ammonimenti del questore nei confronti di partner violenti sono triplicati.
Motivo per cui la questura ha firmato ieri un protocollo di intesa per prevenire gli episodi di violenza di genere, da attivare alle prime avvisaglie, indirizzando chi maltratta verso un percorso di recupero con il supporto di un team di specialisti. E’ quanto prevede il "Protocollo Zeus", siglato fra la questura e il Centro Italiano per la Promozione e la Mediazione. L’intesa prevede l’introduzione, nei decreti di ammonimento per stalking e maltrattamento, di un percorso volto al recupero degli autori di condotte violente, grazie al supporto di un’equipe di psicologi, criminologi e sessuologi messi a disposizione dal Centro per la mediazione.
"L’obiettivo è di bloccare sul nascere le recidive di casi di violenze – ha spiegato il questore Giuseppe Cannizzaro – intervenendo sul maltrattante per rieducarlo e riabilitarlo". L’adesione sarà su base volontaria e il percorso si attiverà gratuitamente dopo il primo ammonimento che può essere emesso anche in assenza della denuncia della vittima.
L’accordo è stato voluto dopo l’aumento esponenziale degli ammonimenti: rispetto a tre anni fa, a Prato sono triplicati. In sei mesi dall’inizio dell’anno, il numero dei provvedimenti (11) ha già raggiunto quello dell’anno scorso (in totale 12). Ad oggi risultano, inoltre, accolte sei richieste di sorveglianza speciale per "pericolosità qualificata" a carico di altrettanti soggetti. Nel 90% dei casi a subire percosse o minacce è una donna.
"E’ un progetto che si colloca all’interno della prevenzione primaria – ha commentato Silvia Schiraldi, presidente del Cipm (che per quanto concerne la realtà pratese, ha sede a Montemurlo) – e che è già stato adottato in altri contesti comunali di tutta Italia, con risultati incoraggianti". L’esperienza più dettagliata riguarda Milano: dei 151 soggetti ammoniti lo scorso anno, 132 sono stati invitati a seguire l’iter riabilitativo e 102 hanno partecipato almeno al primo incontro con gli esperti del centro. "Il tasso di recidiva fra i partecipanti al percorso si è attestato in quel contesto sul 9% - ha concluso Schiraldi – un piano che ha ottenuto riscontri positivi, nella provincia milanese. E potrebbe rappresentare uno strumento importante anche a Prato".
Giovanni Fiorentino