
Sospese otto ditte a Prato su 11, non erano regolari: controlli dell'Ispettorato del Lavoro
Proseguono senza sosta le verifiche volute al livello centrale per stroncare il fenomeno dell’illegalità all’interno delle aziende a gestione cinese. Nell’ultima settimana sono state controllate, dal personale della sede pratese dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Prato-Pistoia, undici aziende tessili nell’ambito del progetto "Alt Caporalato due", finanziato dal fondo politiche migratorie 2020 del ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Un progetto che va avanti da un paio di anni e che dispone controlli nelle ditte in modo periodico. Nel tempo sono state diverse le aziende passate al setaccio, in alcuni casi la totalità delle ditte è risultata non essere in regola non solo dal punto di vista dei contratti di lavoro ma anche del rispetto delle norme sulla sicurezza e sull’antincendio.
Per otto delle ditte visitate - con sedi a Prato, Montemurlo, Carmignano e Poggio a Caiano, tutte appartenenti al settore manifatturiero - laboratori tessili e pronto moda - è stata sospesa l’attività a causa delle irregolarità riscontrate: in particolare in 7 per lavoro nero, 1 per motivi di sicurezza. In totale sono stati 70 i lavoratori controllati, di cui il 45% donne, tutti stranieri extracomunitari: 23 quelli risultati irregolari, di cui 14 completamente in nero. Ancora 5 erano senza regolare permesso di soggiorno, due vittime del reato di caporalato. I controlli, si spiega dall’Ispettorato, hanno visto impegnata una task force composta da ispettori del lavoro della sede di Prato e di altri Itl e personale ispettivo di Inps e Inail, con il supporto del comando provinciale dell’Arma dei carabinieri e dei mediatori culturali dell’organizzazione internazionale delle migrazioni. Le verifiche, si spiega ancora dall’ispettorato, "sono state precedute da un’attività di programmazione che ha visto coinvolti l’area vigilanza, il Nil di Prato, la polizia municipale, l’Arma territoriale e l’Asl".