Figlio dall'allievo, il perito del tribunale: "Lei era capace di intendere e di volere"

Per i consulenti della difesa il ragazzo era "sessualmente maturo"

Il neuropsichiatra Renato Ariatti (foto Attalmi)

Il neuropsichiatra Renato Ariatti (foto Attalmi)

Prato, 24 febbraio 2020 - Nel processo di Prato contro la donna imputata di violenza sessuale sul ragazzo che la frequentava per lezioni di inglese e con cui ha avuto un figlio, due consulenti della difesa, entrambi psicoterapeuti, hanno presentato un loro parere secondo cui il minorenne sarebbe stato "sessualmente maturo" nonostante l'età molto giovane all'epoca dei fatti oggetto del processo. Secondo l'accusa infatti i rapporti sessuali sarebbero iniziati quando il ragazzo aveva meno di 14 anni, età in cui per legge non può sussistere in alcun modo consenso.

Per la difesa i rapporti sessuali tra i due sono avvenuti quando il ragazzo aveva sopra i 14 anni. I due psicoterapeuti hanno prodotto la loro relazione per misurare l'attendibilità della presunta vittima ai fini del processo e i difensori della donna l'ha fatta acquisire agli atti.

All'udienza di oggi le parti hanno discusso sulla perizia depositata dal neuropsichiatra bolognese Renato Ariatti, incaricato dal tribunale di effettuare una valutazione sulle condizioni psichiche della donna. Secondo il professionista la donna era "pienamente capace di intendere e volere" nel corso della relazione che è durata molti mesi. Prossima udienza il 16 marzo con requisitoria e arringhe dei difensori. Sentenza prevista alla successiva udienza del 23 marzo.