REDAZIONE PRATO

Scuole calcio, scoppia un caso sui bambini "Noi aggressivi? Sono i genitori a chiamarci"

Il Prato replica alle accuse arrivate delle società del territorio: "Non vogliamo svuotare i loro vivai. Volevamo collaborare, ci hanno ignorato"

"Un anno fa, con a fianco il sindaco Biffoni e l’assessore Vannucci, ho aperto a qualunque collaborazione con le società del territorio. Tutti i presidenti e i dirigenti di Prato hanno avuto un anno di tempo per chiamarmi e cercare di avviare assieme un percorso. Però nessuno l’ha fatto. La verità è che nessuno credeva che l’Ac Prato potesse realmente ricostruire la scuola calcio, e adesso che si ritrovano con bambini che ci contattano per venire a giocare da noi, allora non trovano altro da fare che attaccarci. Quindi non prendiamoci in giro. La porta resta comunque sempre aperta verso ogni forma di dialogo".

Dopo le polemiche sulle modalità utilizzate dai dirigenti del Prato per ricostruire la scuola calcio biancazzurra, con alcune società che hanno levato gli scudi di fronte alla paura di perdere i bambini del loro vivaio, arriva la presa di posizione del presidente biancazzurro Stefano Commini. Che parla tendendo la mano al territorio, ma confutando le critiche. "Ci hanno accusato di non prendere i migliori ma di fare quantità", dice Commini. "Ma c’è per caso qualcuno che ci ha chiamato per proporci di prendere il suo miglior giocatore? Con i miei dirigenti sono sempre stato chiaro: dobbiamo formare una scuola calcio di massimo 150 bambini, prendendone in maniera equilibrata da tutto il territorio. Non vogliamo assolutamente mettere in difficoltà le altre società. Questo però sia chiaro: è un nostro garbo, non un atto dovuto". Commini risponde anche alle accuse di chi attacca il Prato dicendo che sta raccogliendo quanti più bambini possibile sul territorio per accaparrarsi le quote di iscrizione e fare tornare i conti in bilancio. "Non scherziamo. Io ci vado a rimessa con la scuola calcio. Fra allenatori, fisioterapista, dirigenti e psicologo i costi sono superiori alle entrate. Il Prato però deve avere la scuola calcio e ricostruire piano piano tutto quello che aveva".

"Vorrei anche fare notare che non abbiamo allestito il settore giovanile, proprio perché avremmo rotto troppi equilibri tutti assieme. Di questo però non ci viene dato merito. Mi sembra che la nostra gentilezza non venga apprezzata e ripagata dalle società del territorio". Resta indubbio il fatto che al momento il ruolo del Prato come prima società sportiva calcistica della provincia non venga riconosciuto dagli altri sodalizi del territorio. Anche perché finora le uniche tre società che hanno dato disponibilità ai biancazzurri per una collaborazione nella condivisione degli spazi di allenamento sono state Querce, Chiesanuova e San Giusto: tre società in crescita ma non le più blasonate del territorio a livello di risultati sul campo. "Questo atteggiamento onestamente non lo capisco, anche perché noi siamo disponibili a parlare con chiunque", sottolinea Commini. "Con la città c’è grande feeling, i possibili sponsor ci contattano, ma con le società sportive per ora c’è scarso accordo. Io un segnale l’ho dato, ai miei appena mi sono arrivate voci ho sempre detto di non danneggiare nessuno e di selezionare senza esagerare. Un rapporto però si crea con la volontà di entrambe le parti".

I fronti aperti per il Prato non si fermano alla scuola calcio. Il nodo Lungobisenzio, ad esempio, continua a tenere banco. "Leggo che si ipotizza la possibilità di aprire la tribuna centrale anche col cantiere in corso", dice il massimo dirigente laniero. "Me lo auguro, perché significherebbe potere lanciare una vera campagna abbonamenti. Io però su questa vicenda resto spettatore e attendo di incontrarmi con il Comune per avere aggiornamenti". Del campo in sintetico sul sussidiario, invece, ogni progetto è rimandato. "Il Comune non ha la disponibilità economica per supportarci. E anche se andassimo avanti da soli come Prato, non arriverebbero in tempo i permessi per completare l’intervento per settembre". Infine l’Oratorio dello Sport. "E’ un progetto molto bello e interessante", conclude Commini. "Qualora venisse realizzato valuteremo l’opportunità di una convenzione per prendere alcune strutture da destinare alla scuola calcio. Se il progetto parte noi ci siamo".

Stefano De Biase