REDAZIONE PRATO

"Sei grassa per la danza", via dalla scuola

Ragazzina via dalla scuola: colpa del peso. La maestra si difende: "Attaccata ingiustamente per la rabbia e la vendetta di un padre"

Danza (foto di repertorio)

Prato, 10 aprile 2016 - "Hai preso troppo peso negli ultimi tempi, non puoi continuare a fare danza classica e a salire sulle punte". Parole che hanno fulminato una ragazzina fino a farle lasciare la scuola di balletto in lacrime. E a non volerci tornare più. Offesa e umiliata nel momento della sua vita in cui si stava affacciando in punta di piedi sul mondo dei grandi: 13 quasi 14 anni. La storia di Margherita (il suo vero nome è un altro, che non riveliamo per proteggere la sua identità e rispettare la sua giovane età) è emersa ieri mattina nel tam-tam digitale dei social network dopo che il padre, un quarantacinquenne pratese, aveva postato sulla propria bacheca Facebook e su quella della scuola di danza della figlia un lungo sfogo corredato da due foto per raccontare la vicenda e soprattutto per non toglierle il sogno di diventare un cigno.

"Non credevo che si potesse arrivare a tanto. La discriminazione è la cosa più abietta e disumana che esista al mondo": inizia così il racconto del babbo. Che prosegue dicendo: "Mia figlia da ben 10 anni è iscritta alla scuola ‘Scarpette Rosa’ diretta dall’insegnante Priscilla Preto che si è permessa più volte di umiliarla davanti alle compagne e allieve schernendola per via del suo peso. Troppo per una ragazzina serena e gioviale che aveva intrapreso questa disciplina con dedizione, volontà e spensieratezza cercando di applicarsi. Ma mia figlia non si divertiva più a danza, pochi giorni fa è tornata a casa piangendo – spiega il padre – sentendosi offesa e umiliata dalla sua insegnante, mostrando così le sue fragilità comprensibili di adolescente. E ha scelto da sola di interrompere il percorso che le aveva fatto stringere nuove conoscenze e amicizie. Per quanto mi riguarda non so se la faccenda sarà conclusa qui o potrà avere un seguito in altre sedi".

Tra le prove d’accusa del padre ci sono le foto che mostrano i messaggini Whatsapp scambiati tra l’insegnante e le compagne di corso della tredicenne. In uno in particolare la maestra di danza chiede a un’allieva che gestisce il gruppo sulla chat di cancellare il numero di Margherita "che per via del peso raggiunto non potrà più continuare danza". "Perché l’hai rimossa?" domanda un’altra ragazzina. "Per via del suo peso", risponde di nuovo l’insegnante.

La stessa maestra, contattata telefonicamente, si difende spiegando che non è stata lei a cacciare la bambina dalla scuola. "Anzi, è proprio il contrari:o non mi sarei mai permessa di discriminare nessuno e neanche di allontanare una mia allieva", precisa Priscilla.

"Lei è andata via per sua scelta, io le avevo dato soltanto un consiglio per il suo bene. Le ho detto che l’aumento di peso la metteva a rischio nei balletti sulle punte, sia per i legamenti che per le caviglie e che avrebbe potuto scegliere un pezzo di danza contemporanea, ma lei si è impermalita. Invece non ho mai fatto preferenze né discriminazioni, si tratta di una scuola per dilettanti, aperta a tutti, altrimenti non avrei più di cento allievi. Ho 57 anni e insegno da 30, una cosa del genere non mi è mai successa prima. Invece ora per la rabbia e la vendetta di un padre vengo ingiustamente attaccata e incastrata usando i messaggi di una chat privata tra bambine".

Elena Duranti