
La ‘geografia’ della vita notturna in centro. I ragazzi più grandi preferiscono via Garibaldi, via Pugliesi, via Settesoldi. I ‘ragazzini terribili’ scelgono il perimetro del Castello .
Due facce della stessa medaglia: la movida "giusta", fatta da giovani che dopo una giornata di studio o di lavoro, si ritrovano davanti ad un locale per passare qualche ora in leggerezza, e la movida "sbagliata" composta da baby gang e gruppi di "maranza" che insultano o addirittura aggrediscono anche solo per uno sguardo o una parola di troppo. E’ venerdì sera, il primo davvero estivo. Abbiamo fatto un viaggio nella movida pratese per vedere da ‘dentro’ la geografia del divertimento serale giovanile.
Le strade e piazze del centro interessate dalla movida non sono molte. I ragazzi più grandi, dai 20 ai 40 anni, sostano spesso nei locali di via Garibaldi, via Pugliesi, via Settesoldi e Piazza del Comune. I più piccoli, soprattutto minorenni, popolano Piazza delle Carceri, Piazza Santa Maria in Castello, Piazza Buonamici, via Cairoli, Piazza del Pesce e via Guasti. Particolare è Piazza Mercatale che accoglie giovani di ogni età distribuiti tra i pub, ristoranti, gelaterie e pasticceria, ma anche nei giardini dove il fine settimana si svolgono coinvolgenti battaglie rap. Decine di giovanissimi si riuniscono al centro dei giardini e, snocciolando parole in freestyle a tempo di musica ritmata, si canzonano festosamente. Il pubblico dei coetanei, per acclamazione, decreta il vincitore. Un soffio d’America, crew in salsa pratese. Magari, guardando questi ragazzi, nella mente di qualche passante più anziano affiorerà il ricordo di quei nonni toscani che, forse nella stessa piazza, anni fa, si sfidavano cantando in ottava rima. Lasciamo piazza Mercatale e più ci si allontana, maggiore è il sentimento di pericolo. Qualcuna, sottovoce, chiede agli amici: "Potete accompagnarmi alla macchina? Ho paura di fare il tratto di strada da sola". Ed è perché la microcriminalità c’è e si vede, soprattutto a causa di baby gang che vivono una parte di Piazza Mercatale, via Magnolfi, via Santa Trinita, il perimetro esterno del Castello dell’Imperatore e i molti vicoli limitrofi al centro nevralgico della movida.
Sono gruppi di giovani che, seguendo la teoria del branco, danno vita a spaccio e comportamenti aggressivi verso chi li circonda, passando anche in pochi istanti da parole d’odio a vere e proprie aggressioni. Oltre a loro, negli stessi luoghi sono presenti i "maranza" – termine coniato nel milanese dalla fusione di "marocchino" e "zanza", ladruncolo: non disdegnano spaccio e risse.
Per contrastare queste azioni illegali, e a seguito anche dell’aggressione in Piazza Buonamici, già da questo fine settimana sono aumentati i controlli nel centro storico. Da venerdì sera, infatti, le pattuglie di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale e dell’Associazione Nazionale Carabinieri hanno vigilato costantemente, con la massima attenzione e discrezione, le numerose piazze che nel fine settimana, nelle ore notturne, diventano naturali luoghi d’incontro. La loro presenza ha permesso ai giovani di vivere il centro storico con un maggiore sentimento di sicurezza e prevenire eventuali episodi di microcriminalità.
A voler tirare le somme, vediamo un centro storico vitale, perché la movida, quella giusta, porta una bella energia, ma anche un luogo con molti problemi, tra aggressioni, risse, spaccio, locali chiusi per distribuzione di alcolici ai minorenni, musica e voce dei ragazzi riversati nelle vie molto alta che disturba i residenti. Ma il centro storico e la sua movida, dicevamo, non sono solo questo. Piazze e strade sono anche luogo d’incontro, quello che tanti giovani scelgono per passare qualche ora della loro giornata, per uscire con gli amici, per staccare dai libri (e magari dallo smartphone), bere un drink e raccontare i propri sogni e le speranze per il domani. Gli stessi giovani che definiamo futuro ma che sono soprattutto presente.
Forse, per combattere la microcriminalità, oltre alla presenza delle forze dell’ordine, sarebbe necessario ascoltare ragazze e ragazzi della movida "giusta". Saranno i primi a chiedere maggiori controlli e, magari, a fornire spunti e nuove idee per vivere un centro storico sicuro, nella speranza che la movida violenta possa essere marginalizzata e che un domani ognuno possa camminare da solo fra strade del centro senza doversi guardare le spalle. O chiedere all’amico: "Mi accompagni alla macchina?".
Martina Marotta