Scuola, c’è chi fugge via: sono i ragazzi cinesi

E’ l’effetto della pandemia, che già quest’anno ha causato un calo delle presenze del 30%. E a settembre il trend può peggiorare ancora

Studenti in una foto d'archivio

Studenti in una foto d'archivio

Prato, 20 gennaio 2021 - C’è un crollo delle iscrizioni dei ragazzi cinesi alle superiori. Non si ferma l’effetto Covid sulla scuola e così l’onda lunga della pandemia che ha già allontanato gli studenti orientali dai banchi arriva fino alle iscrizioni per il prossimo anno. Le domande chiuderanno tra meno di una settimana – il 25 gennaio – perciò ancora non circolano dati ufficiali, ma da una prima impressione dei dirigenti scolastici sembra proprio che i ragazzi orientali siano decisi a restare lontani da scuola.

La percentuale delle mancate iscrizioni è intorno al 20% rispetto a quest’anno. E così, almeno a giudicare dai primi dati arrivati nelle segreterie delle scuole, nelle classi ci saranno più ragazzi italiani e molti meno ragazzi cinesi. "Abbiamo notato che gli studenti cinesi che nel nostro istituto rappresentano circa il 15% del totale, stanno ritardando le iscrizioni", conferma il dirigente del Datini Daniele Santagati. Dato confermato dal presidente della Rete delle scuole pratesi Stefano Pollini: "I cinesi storicamente sono tra gli ultimi a presentare domande di iscrizione", dice. "Non ho i dati aggiornati, ma alla luce delle assenze che hanno contraddistinto questi primi mesi di scuola è ragionevole pensare che ci siano dei ritardi anche nelle domande di iscrizione. Il problema, senza un’accelerata, si riverserà sulla composizione delle classi perché i dirigenti saranno costretti a faranno richiesta di personale per la formazione delle classi basandosi su numeri probabilmente non "I ritardi sono effetto della pandemia? Le famiglie orientali avevano iniziato a ritirare i propri figli da scuola già nella prima fase del Covid, lo scorso marzo, facendo registrare assenze drastiche che in molte classi, soprattutto della scuola elementare, sfioravano anche l’80%. Con il passare dei mesi e grazie al lavoro svolto dalle associazioni cinesi a fianco dell’amministrazione comunale, gli studenti orientali sono in gran parte tornati a scuola e le assenze sospette si sono stabilizzate su una percentuale che oscilla – a seconda degli istituti – intorno al 30%.

Lo stesso effetto viene osservato a cascata nelle iscrizioni: circa il 20% degli studenti che dovrebbero passare al ciclo successivo non hanno ancora presentato domanda. Sembra proprio che le famiglie cinesi continuino ad essere diffidenti verso la scuola. Non si tratta comunque di una novità assoluta tanto che l’assessore all’istruzione Ilaria Santi insieme all’assessore all’immigrazione Simone Mangani, hanno in programma un incontro con il nuovo prefetto, Adriana Cogode, per portare avanti il percorso già iniziato mesi fa proprio sul tema delle assenze sospette nelle scuole. Nella città a due facce, nella Prato che ospita una delle comunità orientali più grandi d’Europa, accade insomma che l’onda lunga del Covid abbia effetti anche sulle iscrizioni. La speranza è che si tratti solo di diffidenza e paura legate alla diffusione del virus piuttosto che a un vero e proprio fenomeno di dispersione scolastica. Una fuga che caratterizza gli studenti più fragili, quelli che con la didattica a distanza e l e tante assenze imposte dal Covid hanno fatto fatica a seguire le lezioni. Problemi ancora più grandi per chi non parla bene la lingua italian e non ha strumenti adeguati per fronteggiare l’emergenza. La prossima settimana chiuderanno le iscriozioni e sarà tempo di bilanci.