Screening su 4600 pratesi Rivista pubblica la ricerca

Lo studio è stato rilanciato da "Vaccines", molto nota nel mondo scientifico. Dimostra che il virus ha colpito molto di più chi è stato subito in prima linea

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I risultati della campagna di screening promossa dalla Provincia dallo scorso 27 aprile sono stati pubblicati sulla celebre rivista scientifica "Vaccines" di MDPI (Multidisciplinary Digital Publishing), che ha dedicato un articolo alla ricerca realizzata in collaborazione con la scuola di specializzazione in igiene e medicina preventiva dell’Università degli studi di Firenze, il dipartimento di prevenzione dell’Asl Toscana centro e con la partecipazione dei Comuni di Carmignano, Poggio a Caiano, Vaiano, Vernio, Cantagallo e Montemurlo.

Il presidente Francesco Puggelli, anche in veste di medico, ha partecipato attivamente alla ricerca, pubblicata il 19 dicembre scorso e messa i piedi con l’obiettivo di valutare le dinamiche di trasmissione nei gruppi ad alto rischio durante i mesi di lockdown. Lavoratori e volontari della Protezione Civile, dipendenti dei Comuni, e personale dell’azienda sanitaria che sono stati in "prima linea" nella prima fase della pandemia sono stati invitati a sottoporsi al test sierologico rapido in modo da poter studiare quanto la circolazione virale sia stata superiore rispetto alle persone rimaste a casa.

In totale sono stati testati 4656 partecipanti. Gli anticorpi anti-SARS-CoV-2 sono stati trovati in 138 soggetti, pari al 2,96% delle persone testate. La sieroprevalenza negli operatori sanitari, nei partecipanti coinvolti nei servizi di supporto essenziale e in coloro che hanno lavorato da casa era rispettivamente del 4,1%, dell’1,4% e dell’1 % .

"Lo screening rapido degli anticorpi su ampi gruppi di popolazione può aiutare a monitorare le dinamiche di trasmissione e a valutare l’efficacia delle misure di controllo delle infezioni – sottolinea Puggelli – Da medico, ancor prima che da presidente, ritengo che questo sia un piccolo ma significativo contributo che abbiamo voluto dare nel giro di poco tempo, dopo l’inizio della pandemia. Con l’arrivo del vaccino, siamo convinti che si possa finalmente dare una soluzione ulteriore all’isolamento che, insieme ai dispositivi di protezione, fino ad oggi è stato l’unico modo che abbiamo avuto per difenderci dal contagio. Ringrazio la scuola di specializzazione in igiene e medicina preventiva insieme a tutti i colleghi medici che hanno partecipato, i Comuni e tutti coloro che si sono sottoposti ai test".

"I risultati della ricerca, effettuata nella prima ondata epidemica durante la quale le conoscenze sul virus, sulle sue modalità di diffusione e circolazione, nonché sulla disponibilità di interventi e strumenti idonei a contenerlo erano molto inferiori rispetto ad oggi, hanno mostrato quanto sia importante poter disporre di informazioni provenienti da studi primari, effettuati negli specifici contesti geografici, come abbiamo fatto nel contesto della provincia di Prato – aggiunge il professor Guglielmo Bonaccorsi, docente di igiene generale e applicata dell’Università degli studi di Firenze – Infatti, seppure i risultati ottenuti siano in linea con quanto rilevato in altre aree del Paese, altre ricerche hanno segnalato un ampio intervallo nei livelli di sieroprevalenza sia in coloro che, a causa della propria professione, sono più esposti al contagio, che nella popolazione generale. Ciò consente di poter rapidamente condividere con le autorità politiche le informazioni necessarie per mettere in atto le misure generali di contenimento più idonee, così come di lavorare insieme alla popolazione generale e ad alcuni gruppi a maggior rischio sulla condivisione di conoscenze e comportamenti appropriati".

re.po.