"Leggo di società che si lamentano di un malcostume diffuso non solo a Prato, non solo in Toscana e non solo nel mondo del calcio, ma esteso all’intera pratica sportiva. Il rimedio però c’è: si chiama esposto alla Procura federale. Non entro nel merito della diatriba fra società, mi limito solo a osservare che le lamentele, senza atti ufficiali, non portano da nessuna parte e non aiutano il movimento calcistico a cambiare". Dopo la polemica che vede alcune società del territorio provinciale scagliarsi contro le modalità di costruzione della nuova scuola calcio da parte dell’Ac Prato (si parla di bambini dai 6 agli 11 anni), interviene ufficialmente la federazione. A pronunciarsi è il vicepresidente della Figc Toscana, Massimo Taiti, che invita chiunque abbia assistito a una qualunque irregolarità a presentare un esposto alla procura federale.
L’invito di Taiti è chiaramente generico e non riferito a un caso particolare. L’obiettivo è quello di cambiare il modo di pensare e agire nel calcio dei piccoli, mettendo a conoscenza anche le famiglie dei rischi che si corrono. "Sia ben chiaro, non mi riferisco assolutamente alla vicenda Prato", premette Taiti. "Bensì ne faccio un discorso generale. Un bambino o un genitore non possono essere contattati mentre sono tesserati per un’altra società. Si tratta di una violazione del codice di correttezza e lealtà sportiva. La pena minima è di sei mesi di inibizione per il dirigente, oltre alla multa per responsabilità oggettiva per la società. Chiaramente servono prove documentali o testimoniali. Ricordo che in Italia abbiamo 12 procuratori federali, 64 sostituti procuratori e 120 collaboratori. Le indagini sono molto veloci". Parlare pubblicamente del malcostume diffuso di telefonare ai tesserati di altre società ha scoperchiato il vaso di Pandora nel calcio pratese. Emerge infatti come negli scorsi mesi sia stato presentato un esposto da parte del Casale Fattoria 2001 nei confronti di un dirigente di un’altra società di Prato, accusato di avere contattato un tesserato del Cf. A carico del dirigente sembrerebbero esserci messaggi WhatsApp e chiamate alla famiglia del tesserato che confermerebbero, secondo l’accusa, il tentativo di avvicinamento. Le indagini sono quasi concluse e a breve dovrebbe arrivare la sentenza. Il Casale sulla vicenda preferisce non esporsi prima che si arrivi a un verdetto ufficiale della Procura federale, ma dalla Figc confermano che "questa è l’unica strada per cambiare il mondo del calcio". "Un esposto, fondato su basi solide, è un atto di civiltà a tutela della propria società, ma anche di tutto il movimento calcistico", conclude Taiti. Dopo la difesa del presidente del Prato, Stefano Commini, sulle modalità portate avanti dalla società biancazzurra nella costruzione della scuola calcio, arriva anche l’appoggio del Chiesanuova. "Nel professionismo manca una realtà come il Prato Calcio", dice il responsabile sportivo, Gabriele Pecoraro. "Forse nel breve perderemo qualche bambino, ma alla lunga colmeremo un vuoto che serve per fare crescere i migliori ragazzi pratesi".
Stefano De Biase