"Scoprire i meccanismi dell’invecchiamento"

La storia del chimico pratese Cirri, ‘cervello in fuga’: ha lasciato l’Italia e si è trasferito in Germania. Oggi è all’Istituto Leibniz Fritz-Lipmann

Migration

Emilio Cirri (nella foto con l’assessore Simone Mangani), nato nel 1990, cresciuto tra la frazione Il Rosi e La Querce, formatosi tra Prato (scuole elementari Pizzidimonte, liceo scientifico Niccolò Copernico) e Calenzano (scuole medie), è uno dei cervelli che dà lustro al nome di Prato fuori dalla penisola italiana. Infatti, dal 2015 vive in Germania, a Jena, in Turingia, dove ha svolto il dottorato in ecologia chimica prima di diventare post doc e staff scientist all’istituto Leibniz Fritz-Lipmann Institut per la ricerca sull’invecchiamento. A Prato, però Cirri deve molto per l’avvio della sua carriera. "Durante il mio percorso scolastico ho incontrato maestri e maestre, professoresse e professori molto capaci, preparati e appassionati, che mi hanno insegnato un ottimo metodo di studio - dice -. L’amore per la chimica è nato grazie agli insegnamenti della professoressa Maddalena Macario del liceo Copernico". Da Prato si è poi spostato a Sesto Fiorentino per gli studi di chimica al polo scientifico, dove si è laureato con 110 e lode in chimica analitica, ambientale e dei beni culturali.

"Durante la magistrale ho sentito la necessità di fare un’esperienza all’estero ed ho svolto la tesi di laurea in ecologia chimica e bioanalitica nel gruppo del professor Pohnert dell’università di Jena". Da qui si è aperta la possibilità per un dottorato sull’ecologia e sulle applicazioni tecnologiche (alimentari e bioenergetiche) delle microalghe, che lo hanno portato a fare ricerca a Jena e in altre università e aziende estere. Ad oggi Cirri lavora come staff scientist all’istituto Leibniz Fritz-Lipmann Institut per la ricerca sull’invecchiamento. "Effettuo analisi di proteine per vari gruppi di ricerca che studiano i meccanismi alla base dell’invecchiamento cellulare e delle malattie ad esso collegate", dice.

La domanda su come mai non abbia trovato uno sbocco lavorativo in Italia è d’obbligo. "Dopo la magistrale ho trovato un lavoro in una bella realtà pratese, l’azienda Bluclad, in cui ho avuto un’ottima esperienza. Volevo fare un dottorato, un percorso che in Italia non è dei più facili e può necessitare di vari anni di concorsi e tentativi, laddove all’estero è inteso come un lavoro, a cui si accede con colloquio". Cirri dal suo osservatorio estero può dire che "a Prato l’offerta in termini culturali si è diversificata e ampliata molto, la città è sempre più internazionale. Mi piacerebbe un giorno tornare". E come potrebbe dare un contributo a Prato? "Mettendo a disposizione le esperienze maturate all’estero: vorrei dedicarmi a progetti che hanno a che fare con la sostenibilità e la cura ambientale del territorio".

Sa.Be.