Ritardi nella consegna del referto: mesi di attesa, interviene il legale

Sono serviti 77 giorni e la mail certificata di un avvocato perché una paziente pratese potesse finalmente ricevere i risultati di una biopsia. L’esame era stato eseguito lo scorso febbraio all’ospedale di Pescia

Una visita dal medico (Foto repertorio Ansa)

Una visita dal medico (Foto repertorio Ansa)

Prato, 23 maggio 2023 – Adesso per avere il referto di una biopsia ci vuole una pec inviata dall’avvocato di fiducia. E non è una battuta. Il il fatto è realmente successo ad una paziente pratese cinquantenne che, solo dopo l’invio della mail certificata a firma di un legale ha finalmente ricevuto a casa per posta, come aveva richiesto al momento della gastroscopia fatta all’ospedale Santi Cosma e Damiano di Pescia, è potuta entrare in possesso del referto della biopsia. Alla fine dei conti l’esito dell’esame è arrivato al legale per pec 77 giorni dal momento del prelievo. a fronte del mese massimo previsto; solo qualche giorno dopo è stato recapitato per posta ordinaria a casa.

Ma ecco la storia in ordine cronologico. La donna si è rivolta al Cup dell’Asl Toscana Centro per prenotare l’esame, prescritto dal medico di famiglia con una ricetta in cui si richiedeva di effettuare la gastroscopia entro dieci giorni. Il primo appuntamento libero nelle strutture sanitarie afferenti all’azienda sanitaria centro era per il 24 febbraio, ma soltanto a Pescia. La donna accetta proprio per la premura con la quale aveva necessità di svolgere l’indagine diagnostica. Fino a questo punto niente di strano, o meglio niente di anomalo da quando l’Asl unica ha inglobato i territori di Prato, Firenze, Pistoia ed Empoli per cui gli esami si possono fare anche in strutture fuori dalla propria città di residenza. Dal momento della gastroscopia durante la quale è stato eseguito un prelievo di materiale biologico all’accettazione in laboratorio di quest’ultimo materiale sono trascorsi tre giorni. Il materiale biologico da esaminare proveniente dal centro endoscopico è stato accettato al laboratorio di anatomia patologica il 27 febbraio scorso. Nei mesi scorsi è stato sollevato il problema della carenza di personale nell’ambito di anatomia patologica con l’azienda sanitaria che si è mossa subito per ripristinare il prima possibile la dotazione organica prevista.

“Mi avevano detto che avrei dovuto attendere dai 20 ai 30 giorni per l’esito della biopsia - racconta la cittadina - Ho fatto richiesta che tutta la documentazione mi venisse inviata al domicilio, pagando l’importo necessario al servizio". Ed è a questo punto che qualcosa si è inceppato. Dalla ricostruzione fornita al legale i risultati dell’esame in anatomia patologica erano pronti il 18 aprile per poi essere inviati il 19 aprile al reparto di competenza per la refertazione medica. L’utente, dopo aver chiamato più volte il reparto ed essere stata invitata a provare nei giorni successivi, dopo l’ultima telefonata del 9 maggio, durante la quale le ribadivano che il referto non c’era ma che l’avrebbero fatta richiamare dalla dottoressa, si è rivolta al legale. Dall’ospedale non ha ricevuto alcuna chiamata: la pec del legale inviata alla direzione ospedaliera ha fatto "apparire" il referto in mail certificata il 12 maggio scorso.