“Si allenavano in gruppo per picchiare più forte”. Risse fra minorenni, indagini chiuse per 24 ragazzini

La procura dei Minori ha recapitato gli avvisi di garanzia ai giovani coinvolti nei tre violenti episodi avvenuti nel febbraio di un anno fa. Le baby gang, di italiani e cinesi, si affrontavano a colpi di martello

Prato, 25 aprile 2024 – Sono state chiuse le indagini a carico dei 24 minorenni accusati di rissa aggravata e lesioni in seguito alle tre violente risse avvenuti nel febbraio dell’anno scorso fra i giardini di via Colombo e quelli di via Vivaldi. La procura dei Minori di Firenze ha recapitato l’avviso di chiusura indagini ai 24 indagati, tutti minorenni, metà cinesi e metà italiani fra i 15 e i 16 anni, alcuni anche minori di 14 anni, che facevano parte delle due bande rivali che si affrontarono a colpi di spranghe, tubi di ferro e perfino martello. In particolare, nelle rissa del 21 febbraio 2023 ai giardini di via Colombo, un ragazzino italiano di 14 anni riportò la frattura della calotta cranica e venne operato di urgenza al Meyer dove gli venne applicata una placca di metallo in testa e decine di punti di sutura. I genitori del giovane fecero denuncia. Polizia e carabinieri erano però già sulle tracce dei ragazzini terribili.

A poco più di un anno di distanza la procura dei minori dovrà decidere come procedere, se richiedere un processo per quei giovani che sono imputabili (sopra i 14 anni) ed eventualmente stabilire pene come, ad esempio, attività socialmente utili.

Le indagini svolte dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Prato e dalla squadra mobile della Questura di Prato hanno consentito di risalire a tre episodi di rissa fra le due baby gang: il primo ai giardini Vivaldi (detti anche del Pallaio) intorno alle 15,30 del 20 febbraio nel quale gli italiani attaccarono i cinesi. Un minore riportò una contusione facciale e finì in ospedale. La reazione dei cinesi non si fece attendere: la seconda rissa scoppiò il giorno successivo, ai giardini di via Colombo, nell’area dello skate park, intorno alle 14,50. Una terza, invece, avvenne lo stesso giorno, poco dopo le 18: fu quella più violenta durante la quale il quattordicenne italiano fu preso, con tutta probabilità, a martellate in testa, finendo al Meyer. Gli investigatori hanno accertato che si è trattato di risse molto violente, nelle quali sono stati utilizzati corpi contundenti come tubi in ferro, tirapugni e il martello.

Le indagini hanno inoltre portato alla luce il fatto che, nell’ambito della fazione cinese, operava un gruppo di minori dediti a veri e propri pestaggi, ai danni di loro coetanei, sempre cinesi, con lo scopo di esercitare una sorta di controllo territoriale.

In particolare, i carabinieri hanno ricostruito quattro violenti pestaggi, di cui i minori coinvolti hanno conservato traccia, attraverso messaggi e video, all’interno dei telefonini. Sono stati acquisiti elementi che indicano come i minori avessero organizzato vere e proprie sessioni di allenamento alla lotta fisica, per meglio prepararsi alle aggressioni fisiche delle vittime prescelte. In particolare uno dei cinesi, che all’epoca aveva 16 anni, era una sorta di "capo" che addestrava i coetanei insegnandogli come picchiare e far male alle sventurate vittime. Per ora la procura per i minorenni di Firenze ha emesso l’avviso di conclusioni delle indagini nei confronti di 24 minori a cui sono contestati a vario titolo i reati di rissa continuata e lesioni personali aggravate.

«Sarebbe opportuno – spiegano gli investigatori – che, al di là del procedimento penale, si aprisse una riflessione, in ambito familiare e socio-scolastico, sulle contrapposizioni violente che a volte caratterizzano i rapporti tra minori di diverse etnie (spesso questi ragazzi frequentano la stessa scuola o addirittura la stessa classe), incombendo sugli adulti, nei loro diversi ruoli, l’impegno costante e insopprimibile di inculcare nei giovani il rispetto dei principi di legalità, solidarietà e rispetto del prossimo".