
Francesco Marchese, Riccardo Berti e Sara Marrani
Prato, 10 settembre 2021 - Il grande restauro della Chiesa di San Francesco avanza e si fa strada. Il primo lotto di lavori è cominciato due mesi fa e andrà avanti fino alle fine dell’anno o al massimo ai primi giorni del 2022. Si tratta di un intervento iniziale che coinvolge sia l’immagine dell’edificio che la sua fruibilità visto che riguarda la facciata principale, il cui apparato lapideo verrà stabilizzato, ma anche la controfacciata della chiesa. L’obiettivo principale è quello di mettere in sicurezza la piazza da possibili cadute di materiale attraverso il risanamento delle pietre. Ma l’intervento non si conclude qui, perché nel frattempo verranno restaurate anche le 24 vetrate della chiesa, verrà adeguato l’impianto elettrico, saranno riorganizzati gli accessi alla chiesa ed effettuati altri interventi, che si sono resi necessari dopo la segnalazione della parrocchia, i rilievi effettuati in fase preliminare (circa due anni fa) e i successivi studi condotti in fase di progettazione. Fra le criticità di cui si occuperanno gli operai si registrano, ad esempio, infiltrazioni d’acqua all’interno dell’edificio. Tutto comunque nella normalità, dato che la chiesa di San Francesco non beneficia di un restauro organico addirittura dal 1902.
Nel frattempo la chiesa resta agibile e a disposizione dei fedeli, in quanto non presenta problemi di carattere strutturale. Dopo il primo lotto di lavori ce ne dovrebbero essere altri due. In particolare con il secondo, in programma per l’inizio del nuovo anno, ci si concentrerà sul consolidamento strutturale della copertura. Il progetto si occuperà anche dei fronti esterni in laterizio, della ripassatura del manto di copertura con l’inserimento della coibentazione e della impermeabilizzazione, oltre che del restauro delle pareti interne. La progettazione dei lavori è stata affidata a un gruppo multidisciplinare, coordinato dall’architetto Riccardo Berti, di cui fanno parte lo studio Spira, l’Istituto per la BioEconomia (Ibe) del Cnr per lo studio, la caratterizzazione e la datazione delle strutture lignee, e la dottoressa Paola Rosa per l’analisi dei materiali lapidei. A dirigere i lavori c’è invece Sara Marrani, la cui speranza è che le operazioni "possano concludersi nel giro di tre anni". A patto però che si riescano a trovare le risorse necessarie, ovvero oltre due milioni di euro. Per gli interventi attualmente in corso di svolgimento sono stati spesi circa 450.000 euro, arrivati per metà grazie al finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) attraverso i fondi dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica e per l’altra metà tramite il committente - ossia la parrocchia - e sostenitori privati, dunque singole aziende, fedeli e cittadini. Cittadini ai quali viene chiesto un ulteriore sostegno per provare a raggiungere la cifra di cui si ha bisogno per completare tutti i lavori di restauro. "Il nostro augurio è che Prato possa raccogliere il nostro appello. Questa chiesa è un bene di tutti", sottolinea Francesco Marchese, curatore del complesso di San Francesco. "Ogni edificio sacro della città possiede u n valore di memoria cristiana e di patrimonio artistico - aggiunge il parrocco, monsignor Carlo Stancari - Per questo abbiamo il dovere di conservarli al meglio".