
Da qualche tempo, indisturbati, mettevano a segno furti nelle abitazioni fra Iolo e Oste. Alla fine i carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo li hanno colti sul fatto, subito dopo un colpo nella casa di un artigiano di Oste, e li hanno arrestati dopo un inseguimento dal bilancio pesante: l’auto dei militari speronata e quattro carabinieri feriti con prognosi da 5 a 20 giorni. Per la coppia di albanesi senza fissa dimora, di 37 e 39 anni, entrambi originari di Lecaij, le scorribande sono finite dopo un delicato lavoro di intelligence dell’Arma: i due sono stati arrestati per furto e tentato furto in abitazione, ma anche violenza e resistenza a pubblico ufficiale in concorso. La coppia - uno dei due è un pregiudicato per reati specifici, l’altro incensurato - è stata identificata grazie a un monitoraggio delle telecamere di accesso e di uscita ai varchi di Prato collocate ad est e ad ovest di viale Leonardo da Vinci. Qui sono stati piazzati degli appositi warning con i quali tracciare gli spostamenti della loro vettura, una Yaris anni 2000, ogni volta che passava sotto alle telecamere di videosorveglianza. Un ritrovato tecnologico che ha permesso di scoprire come quell’auto fosse intestata ad un moldavo residente a Livorno, irreperibile, il quale risultava intestatario di altre 124 macchine. L’indagine sulla coppia di topi di appartamento - sulla Yaris è stato trovato l’arsenale necessario allo scasso - è stata condotta dai militari del Nucleo Investigativo con la Tenenza di Montemurlo. L’episodio che ha consentito la loro cattura è avvenuto a Oste: i due ladri hanno tentato di entrare nella casa di una operaia di 44 anni in via Battisti, ma sono stati messi in fuga dall’allarme. Per non tornare via a mani vuote, si sono introdotti nella casa di un artigiano, rubando 100 euro in contanti e due anelli in oro e pietre del valore di 1.500 euro. Usciti si sono trovati di fronte gli uomini dell’Arma: ne è nato un inseguimento fino a quando i due banditi hanno tentato la fuga a piedi nei campi. Nelle fasi concitate della cattura c’è stata anche una colluttazione nella quale un carabiniere ha riportato la frattura di un paio di costole. L’arresto dei due è stato convalidato al tribunale di Prato (pm Massimo Petrocchi), ma il giudice ha disposto la libertà per l’incensurato mentre al pregiudicato ha applicato la misura cautelare del divieto di ritorno in Toscana. Quest’ultimo è stato condotto alla Dogaia poiché, già espulso dal territorio nazionale su ordine del questore di Firenze, gli è stato notificato "l’ordine di ripristino dello stato di detenzione a seguito di rientro nel territorio italiano", emesso contestualmente alla cattura per furto: dovrà espiare una pena di 11 mesi e 26 giorni i reclusione in quanto, condannato dal Tribunale di Firenze, con sentenza definitiva dell’ottobre del 2017, per "furto aggravato e continuato in abitazione in concorso", fatti commessi in Lastra e Signa, Sesto Fiorentino e San Piero a Ponti a dicembre 2014. Per il tenente colonnello Riccardo Marchi (comandante del Reparto operativo) e per il tenente colonnello Enrico Vellucci (comandante del Nucleo investigativo) si tratta di una indagine che potrà avere un seguito viste le 124 auto intestate al moldavo di Livorno.
Sara Bessi