REDAZIONE PRATO

Pronto soccorso Lasciano altri medici E un accesso su tre si potrebbe evitare

Sono quasi 200 al giorno i cittadini che si presentano all’ospedale. I dati di gennaio e febbraio confermano il trend dell’anno scorso. Presto si aggraverà la carenza di personale: lasceranno in tre.

Pronto soccorso Lasciano altri medici E un accesso su tre si potrebbe evitare

La musica al pronto soccorso del Santo Stefano non cambia neppure con il nuovo anno. Un accesso su tre potrebbe essere tranquillamente evitato, come mostrano i dati dell’affluenza dei primi due mesi dell’anno. E tre medici se ne andranno a breve. A gennaio i codici di minore entità (oggi si chiamano codici 4 e 5) sono 1.593 mentre quelli da medicina d’urgenza pura (codici 1 e 2) sono 645, infine i codici 3 sono 3.366. Questi ultimi sono i più insidiosi per i sanitari perché in alcuni casi potrebbero trasformarsi in situazioni di maggiore gravità, ma allo stesso tempo includono anche pazienti con patologie croniche che accedono più e più volte in ospedale (vedi anziani in arrivo dalle rsa) e che dovrebbero trovare risposte sul territorio. Il trend dell’affluenza al pronto soccorso è confermato anche in febbraio - 138 codici 1, 469 codici 2, 3.177 codici 3, 1.036 codici 4 e 533 codici 5 - rispecchiando di fatto l’andamento del 2022: oltre 190 cittadini si presentano ogni giorno per un problema sanitario e per richiedere una prestazione. Nel 2022 il bilancio dell’attività del Dea pratese parla di un totale di 25.018 urgenze minori, mentre quelle classificate come non urgenze sono 6.556. Numeri elevati a fronte degli oltre 80mila accessi dell’anno passato con la consapevolezza che quasi 32mila prestazioni avrebbero potuto trovare risposte altrove, sul territorio. Ad oggi c’è da considerare che siamo ancora in inverno, che l’influenza stavolta è dilagata con un certa forza dopo due anni di assenza, mentre il Covid ha davvero, finalmente, abbassato la testa. Per i contagiati dal virus rimane a disposizione in pronto soccorso una stanza, la cosiddetta ’bolla’, da sei posti. Senza dimenticare, però, la necessità di mantenere la divisione dei percorsi sporco e pulito per evitare la diffusione del virus: uno sforzo in più per gli operatori, medici ed infermieri. La tendenza sia a Prato che negli altri pronto soccorso della Toscana è di una crescita di affluenza: al momento si è arrivati almeno all’80% di quello che si faceva nel periodo pre-Covid. Un dato che non giova soprattutto se si inserisce nel disagio manifestato dai medici dei pronto soccorso toscani nella lettera inviata alla Regione, alle Asl e al Governo.

L’emorragia dei medici prosegue: a Prato, per esempio, da aprile se ne andranno via altri due che hanno partecipato al concorso di medicina d’urgenza dei mesi passati e un terzo a maggio per riavvicinarsi a casa. La speranza della direttrice Sara Melani è che arrivi qualche rinforzo grazie a qualche contratto libero professionale o ancora meglio dalla redistribuzione dei medici che hanno partecipato ai concorsi di medicina d’urgenza e di medicina interna (l’idea è di vincolarli a svolgere una quota del loro orario di lavoro, per i primi due anni, nei pronto soccorso). Una soluzione va trovata, perché alla fine il pronto soccorso pratese si troverà con poco più di una ventina di medici ma con un carico di lavoro pari a Careggi e meno personale.

Sara Bessi