
Pronto soccorso, il circolo vizioso Nessun medico vuole venire qui
Mentre la Regione prova a velocizzare le procedure di presa in carico, gestione e reperimento dei letti nei pronto soccorso puntando su specifici incarichi affidati a personale infermieristico ad alta specializzazione, il problema della fuga dei medici sembra non trovare soluzione. Anzi, le cose vanno peggiorando. Se nelle prossime settimane ci saranno tre addii di dottori, altrettanto non si può dire dei nuovi arrivi. Molte speranze di Asl, Regione e direzione ospedaliera erano affidate al concorso toscano per l’assunzione di 60 medici dell’emergenza. Purtroppo, però, nessuno di loro ha accettato l’assunzione nel pronto soccorso di Prato, non dando così respiro a un personale medico ormai ridotto all’osso e sempre più sotto pressione. I motivi di una simile scelta da parte dei medici che hanno vinto il concorso della Regione vanno riscontrati in vari fattori che ormai hanno reso il pronto soccorso di Prato una sorta di spauracchio.
La quota di accessi impropri, spesso pari al 30%, crea una situazione di pressione all’organico difficilmente gestibile sul lungo periodo. Per non parlare della presenza di un presidio sanitario ospedaliero nato piccolo e per intensità di cura, senza però che sul territorio ci fossero strutture intermedie in grado di dare risposta ai casi meno gravi. E poi c’è il tema del sottodimensionamento della popolazione pratese. Come raccontato dallo stesso personale medico, infermieristico e socio-sanitario del Santo Stefano, ogni settimana al pronto soccorso si presentano decine di immigrati clandestini, che fanno sballare i conti regionali di ripartizione di popolazione per ospedale. Il problema, soprattutto in una fase simile di carenza di personale, è enorme. Anche perché i numeri sono giganteschi. Come ricordato dallo stesso procuratore Giuseppe Nicolosi si stima la presenza sul territorio di 25.000 clandestini, di cui 15.000 cinesi e 10.000 delle altre nazionalità. Per fare un paragone è come se Prato avesse altre due frazioni popolate come Vernio e Montemurlo messe assieme, senza che però figurino ufficialmente da nessuna parte. Tornando al tema dei medici, l’urgenza di reperire nuovo personale è assoluta. Perché con i prossimi tre addii l’organico medico si attesterà sulla ventina di unità. E sullo sfondo c’è il periodo estivo, quando anche ai dottori, così come al resto del personale sanitario, andranno concesse le ferie. A chiedere provvedimenti urgenti alla Regione Toscana sono la deputata di Forza Italia, Erica Mazzetti, la dirigente regionale Rita Pieri e il capogruppo in Regione, Marco Stella. "La qualità dei servizi sta peggiorando in modo verticale – accusano gli esponenti forzisti -. Tra i vari settori, quello in condizioni più drammatiche è certamente quello sanitario come testimonia la fuga dal pronto soccorso dei medici, con conseguenze prevedibili ovvero peggioramento della qualità della cura. Non azzardiamo dicendo che a rischio spesso c’è anche vita dei cittadini pratesi". Pieri, Mazzetti e Stella sottolineano come "la terza città del centro Italia, con un distretto di prim’ordine, subisce un peggioramento effettivo della qualità della vita e dei servizi per scelte politiche sbagliate. E come scappano i medici prima o poi scapperanno i cittadini o le imprese". "Il disastro sanitario, aggravato dalle ultime perdite di personale, non è stato certo sanato con lo sbandierato concorso regionale – sottolineano -. Alla luce di ciò e per risolvere alla radice le criticità di Prato il nostro gruppo interrogherà la Regione. Troppi servizi fondamentali della nostra città, con elevato numero di immigrati e un’elevata concentrazione industriale, sono sotto organico e nessuno intende venire qui a lavorare, né all’ospedale né al tribunale".
Sdb