Don Spagnesi davanti al giudice: "Chiedo perdono". Domiciliari lontano dalla Castellina

L'ex parroco arrestato probabilmente andrà in comunità per disintossicarsi

Don Francesco Spagnesi arriva in tribunale a Prato (foto Attalmi)

Don Francesco Spagnesi arriva in tribunale a Prato (foto Attalmi)

Prato, 20 settembre 2021 - Ha risposto a tutte le domande del gip Francesca Scarlatti per oltre due ore e mezzo mostrandosi "prostrato" e chiedendo "perdono" per quello che ha fatto ai suoi parrocchiani. Don Francesco Spagnesi, ex parroco della Castellina, è comparso questo pomeriggio di fronte al giudice assistito dagli avvocati Costanza Malerba e Federico Febbo, per l'interrogatorio di garanzia. Spagnesi è accusato di spaccio e traffico internazionale di stupefacenti oltre che di appropriazione indebita per avere usato i soldi della parrocchia per comprare la droga, la cocaina da tre spacciatori a Prato e il Gbl (la cosiddetta droga dello stupro) direttamente in Olanda, che poi veniva condivisa in incontri a sfondo sessuale con uomini maggiorenni e consenzienti. 

Le domande del giudice si sono concentrate sulla ricostruzione di quel fiume di denaro passato per le mani del sacerdote. Gli ammanchi sul conto della parrocchia sono sostanziosi si parla di cifre che oscillano tra i 100mila e 150mila euro presi a partire dal 2019. Ma ci sono anche tutte le offerte che i parrocchiani consegnavano in busta direttamente al prete. Soldi che don Spagnesi ha confermato di aver usato per acquistare la droga insieme al suo compagno Alessio Regina, ai domiciliari  per spaccio dal 27 agosto scorso, con il quale organizzava i festini a luci rosse. 

"E' pentito per quello che ha fatto e si è messo a disposizione dei giudici - hanno detto gli avvocati Federico Febbo e Costanza Malerba - Si sta parlando di una persona gravemente tossicodipendente, che ha ammesso di aver avuto degli sdoppiamenti di personalità. Adesso per lui comincerà un percorso di riabilitazione e probabilmente entrerà in comunità per disintossicarsi".

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Il giudice ha dato il via libera allo spostamento degli arresti domiciliari (per ora da scontare in canonica) in una casa messa a disposizione dalla Diocesi.