
Don Antonio assieme al sindaco Biffoni (foto Tempestini/Attalmi)
Prato, 27 marzo 2022 - "La vita è un dono, non sprecarla", le ha detto salutandola con il sorriso aperto e lo sguardo accogliente. Ma la signorina con gli occhi a mandorla, che staziona insieme ad altre connazionali al canto al Mercatale in attesa di clienti, è scappata rispondendo "non capire italiano" e dando l’allarme di "ritirarsi" alle colleghe prostitute che esercitano negli appartamenti di via Sant’Antonino. Non è abituata al tipo di approccio spiazzante di don Antonio Coluccia, 47 anni, il prete eroe di San Basilio, borgata romana dove contrasta ogni giorno la criminalità e lo spaccio di droga "armato" di megafono e Vangelo. Ieri mattina don Antonio, poliziotto ad honorem da settembre scorso per la quotidiana lotta contro il traffico di stupefacenti e la sua attività di sostegno e recupero dei giovani, ha visitato il centro di Prato.
Costretto a viaggiare sotto scorta da più di un anno, perché vittima di numerosi attacchi, anche minacce di morte, nel corso degli anni a partire dal 2014 (le ultime intimidazioni risalgono all’inizio del mese di marzo), ha voluto scendere in strada per conoscere la realtà pratese, dove lo spaccio di droga è individuabile in alcune zone del centro storico, da piazza Mercatale a piazza Duomo, da piazza della Stazione a Porta al Serraglio a piazza Ciardi, da piazza dell’Università fino ai giardini di via Curtatone e via San Fabiano. I residenti da tempo segnalano i problemi di spaccio e microcriminalità che il giro dei tossicodipendenti porta inevitabilmente con sè. Di recente si sono moltiplicate le operazioni antidroga da parte delle forze dell’ordine: fra le ultime quella della polizia che ha portato all’arresto di un romano di 59 anni, un marocchino di 44 anni e al sequestro di mezzo chilo di sostanza stupefacente. Mentre si attende la decisione del giudice per 12 africani considerati i pusher di una rete organizzata e operante nelle cosiddette piazze di spaccio: per loro la procura ha chiesto condanne per un totale di oltre 50 anni per il reato di detenzione e spaccio di droga.
Una passeggiata fino a Chinatown che non è passata inosservata anche per l’abito talare indossato dal religioso, "anacronistico", come dice lui, ma che lo ha reso subito individuabile fra quanti, "vedette" e spacciatori, stavano già iniziando a presidiare il territorio in un sabato mattina sonnacchioso. Una sorta di "disturbatore" delle piazze, per allontanare i traffici illeciti e avvicinare i giovani in difficoltà usando un pallone da calcio e il Vangelo. In piazza Duomo don Antonio ha avuto modo di incontrare il vescovo, monsignor Giovanni Nerbini e confrontarsi sui bisogni della città, dei quali aveva parlato venerdì sera quando era fra gli ospiti di una serata di solidarietà per i bambini ucraini organizzata dal Kiwanis Club Prato al Golf Club Le Pavoniere. Fra i presenti anche il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Roberto Pennisi e il sindaco Matteo Biffoni. E proprio quest’ultimo ha rivolto un invito a don Antonio "perché torni a Prato per incontrare giovani nelle scuole e far conoscere la sua esperienza di contrasto alla droga". Invito accettato.
Sara Bessi