Tentarono di uccidere il rivale, padre e figlio condannati a 8 anni

L'aggressione avvenne nel maggio scorso in via Cava vicino al circolo al culmine di una lite

La polizia

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Prato, 10 dicembre 2016 - Sono stati condannati a otto anni di reclusione Alfonso e Alessio Siminoli, padre e figlio di 60 e 19 anni, che una domenica del maggio scorso sono stati protagonisti di un violento pestaggio ai danni di un conoscente in via Cava, a San Giusto. I due, attualmente agli arresti domiciliari, sono assistiti dagli avvocati Cristina Meoni e Simone Quattrini. Ieri pomeriggio è arrivata la sentenza, emessa dal giudice dell’udienza preliminare Scarlatti alla fine del rito abbreviato, come richiesto dai legali dei due imputati. Il gup ha accolto la richiesta del pubblico ministero Laura Canovai, che li ha accusati di tentato omicidio. Oltre alla condanna a otto anni, il giudice ha stabilito i danni in sede civile e ha fissato una provvisionale di 10mila euro, prendendosi 90 giorni di tempo per depositare le motivazioni della sentenza. È intenzione degli avvocati dei due imputati presentare appello contro la sentenza, anche se prima dovranno essere valutate le motivazioni.

Il fatto per il quale padre e figlio - adesso agli arresti domiciliari in luoghi diversi - devono scontare otto ani di reclusione risale a domenica 14 maggio scorso. I due sono stati ritenuti responsabili di un pestaggio avvenuto ai danni di un 26enne, in via Cava nei pressi del circolo. Quell’aggressione a colpi di accetta fu l’epilogo di una discussione scoppiata per futili motivi vicino al circolo fra il figlio 19enne e la vittima. Alessio Siminoli aveva avuto la peggio e rientrato a casa aveva raccontato tutto al padre. I due erano poi usciti insieme a bordo di un’automobile con la quale - secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti - cercarono di investire l’avversario. Quest’ultimo scansò il mezzo, ma fu raggiunto a piedi dalla coppia e ferito in testa a colpi di accetta. Alessio e Alfonso vennero arrestato un mese dopo dalla Squadra mobile della polizia. La parte civile è rappresentata da Barbara Mercuri.