Le foto storiche della città ritrovano il colore

L'iniziativa di Prato Scomparsa, #acolourstory_prato, è una riscoperta del passato che sfrutta il digitale

Prato, 9 gennaio 2019 - La nuova iniziativa di Prato Scomparsa è un hashtag, #acolourstory_prato, a dimostrazione che la celebre realtà pratese dedicata al passato iconografico della città, sa anche proiettarsi nel futuro. E' lo stesso Daniele Nuti, creatore e promotore di Prato Scomparsa, a spiegare questo progetto: “Sono stato contattato da una giovane e talentuosa ragazza, la graphic designer Nicole Giuliattini, che mi ha parlato di un’idea che poteva coinvolgere le foto della città; si tratta della cosiddetta “colourisation”, che non è una semplice resa a colori delle vecchie immagini, ma è una nuova tendenza digitale di riscoperta del passato, popolare in tutto il mondo, e Prato Scomparsa non poteva non farsi ancora una volta pioniera di qualcosa di inedito in città, dopo la pagina stessa, o la rivoluzionaria App scaricabile gratuitamente. #acolourstory_prato è dunque l’hashtag che accompagnerà sia una vera e propria rubrica per quanto riguarda la pagina Facebook, che la dimensione di Instagram, collocazione perfetta per l’iniziativa, dove gli utenti potranno vedere davanti ai propri occhi immagini che ripulite dalla patina del tempo e rese vive da reali colori, sembreranno spaccati di vita odierni.” Accanto a Nuti, la co-ideatrice di questo nuovo progetto e “colorizzatrice” delle foto, Nicole Giuliattini, ci spiega cosa significa questa nuova arte: “La digital photo colourisation, o colorizzazione fotografica, è l’incarnazione moderna di un’arte antica quasi quanto l’arte fotografica stessa. Le prime immagini fotografiche tinte a mano prevedevano l’applicazione di polveri colorate, fissate sull’immagine grazie al calore. Il colore è sempre stata un’ossessione per i fotografi, in quanto sinonimo di maggiore realismo apportato all’immagine. Questa ricerca di antiche origini è riconducibile al fatto che viviamo in un mondo che è sempre stato a colori ed è proprio in questi che meglio ci riconosciamo. Dagli inizi degli anni ’70 la colorizzazione è evoluta fino a diventare un processo digitale, grazie ai cui avanzamenti tecnologici fu possibile colorizzare delle immagini ottenute dal programma Apollo, allo scopo di creare una presentazione televisiva a colori per la Nasa. Oggi, per ottenere questo risultato, utilizziamo software come Adobe Photoshop.  Attraverso questa arte, il colore assume il ruolo fondamentale di comunicare con le nostre emozioni e di far scattare quell’empatia in grado di far viaggiare nel tempo l’osservatore. Concettualmente si dovrebbe aspirare alla colorizzazione fotografica di documenti storici come a un processo “sottrattivo” più che “additivo”, dove non è il colore ad essere aggiunto, ma è la patina del bianco e nero ad essere rimossa. Un documento fotografico storico è potente testimone del nostro passato già di per sé, senza bisogno di interventi nè potenziamenti ed è così che dev’essere rispettato. Il colore laddove presente interviene come veicolo magico, offrendoci una possibilità: poter guardare il passato così come lo vedeva chi lo ha vissuto e non doverlo più immaginare attraverso la sua patina bianca e nera. Attraverso questo processo, ogni muro di austerità attribuita al passato cade, avvicinandoci alla nostra Storia e commuovendoci scoprendolo così familiare.” Nuti aggiunge: “L’intento di questa iniziativa ha innanzitutto il fine di restituire alla città una visione inedita e particolare di frammenti del passato, per i quali attingeremo solo ed esclusivamente da materiale inviato dagli utenti e seguaci di Prato Scomparsa, senza scomodare archivi noti. Come secondo punto c’è quello di affinare l’utilizzo delle realtà Facebook e soprattutto Instagram coinvolgendo trasversalmente un pubblico eterogeneo per età, cercando dunque anche di fare breccia negli utenti più giovani, oltre che ai veterani, già numerosi. Infine, secondo quella che sarà la risposta del pubblico, e l’interesse degli addetti ai lavori, se ne potrebbe ricavare, perché no, anche una classica mostra fotografica, è un’ipotesi possibile.” La nuova rubrica, consisterà di un album dedicato, sulla pagina Facebook di Prato Scomparsa, dove a cadenza da definire compariranno queste foto, e dalle relative immagini con un apposito riconoscimento sulla pagina Instagram.  Per saperne di più su questa tecnica, potete anche visitare il profilo Instagram professionale di Nicole Giuliattini.