
L’amicizia tra un vice ispettore di polizia e un imprenditore calabrese pregiudicato è finita con l’arresto di entrambi, con l’accusa di corruzione. In manette sono finiti Roberto Mendicino, poliziotto addetto al servizio motorizzazione della Questura di Prato, di 55 anni, e Luciano Rizzo, imprenditore di origine calabrese di 45 anni e residente in città, che è già indagato per stalking in un altro procedimento. Entrambi si trovano agli arresti domiciliari. È stato proprio grazie alle indagini per l’accusa di stalking a carico dell’imprenditore che gli inquirenti hanno scoperto l’amicizia fra i due. Sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo a eseguire l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della procura.
L’indagine è nata in seguito alla denuncia presentata dall’ex compagna dell’imprenditore calabrese contro gli atti persecutori di cui si sentiva vittima. Gli accertamenti sul conto di Rizzo hanno consentito agli inquirenti di scoprire che tra le sue amicizie c’era appunto anche quella con il poliziotto e, attraverso ulteriori approfondimenti, è emerso lo scambio di favori di cui ora è accusato. Le indagini si sono concentrate su tre mesi: secondo la ricostruzione dell’accusa, da settembre a novembre 2019 il vice ispettore avrebbe procurato favori personali all’imprenditore come visure di banche dati delle forze di polizia e il rilascio veloce di passaporti. Favori che, sostengono gli inquirenti, avrebbero portato in cambio regali, come buoni carburante, macchine per il caffè e persino l’uso di un appartamento per potersi appartare con l’amante. Non è tutto: il vice ispettore è accusato anche di peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato, poiché da ottobre a novembre, sempre secondo l’accusa, avrebbe usato veicoli di servizio in forza alla questura di Prato non per motivi di servizio, ma per andare a fare acquisti personali, trasportare la moglie, appartarsi con l’amante e consegnare ai propri amici merce ordinata su internet.
Il poliziotto sarebbe infine responsabile anche di turbativa d’asta in concorso con un 62enne oroginario della Puglia, ma residente nella nostra provincia, e titolare di una carrozzeria: ad ottobre del 2019, dicono gli inquirenti, l’agente in qualità di componente tecnico della commissione del servizio riparazione veicoli della questura avrebbe informato il carrozziere sul contenuto delle offerte degli altri partecipanti alla gara d’appalto per aggiudicarsi il contratto di riparazione di un’auto della polizia. Il carrozziere, intanto, ha il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione.
Si.Bi.