
Picchiata mentre rincasa "Vivo ancora nel terrore non esco più da sola E la notte è un incubo"
Martina, come sta?
"Ancora non riesco a uscire da sola di casa. Ho sempre bisogno che qualcuno mi accompagni. E la notte poi: un inferno".
Le ritornano alla mente quegli attimi terribili?
"Sempre. Ho di fronte agli occhi quei due uomini che si accaniscono su di me spaccandomi il naso e la bocca. Non so, davvero non so come sia potuto accadere".
L’occhio finalmente si è sgonfiato, e le altre ferite?
"Non bene, soprattutto i denti. Sono attaccati in via provvisoria con un filo di ferro. La cicatrice sul volto si vede sempre meno per fortuna mentre il naso è rotto. Ci vorrà tempo prima di potermi ristabilire".
Ancora non ha fatto l’intervento ai denti?
"Assolutamente no. E’ troppo presto. Ci vorranno anni per metterli a posto".
Oltre alle ferite fisiche, ci sono quelle psicologiche.
"Certamente, sono le più dure da accettare. Non esco più di casa, solo accompagnata da mia mamma. Ho troppa paura".
E’ tornata al lavoro?
"No, non ce la potrei fare. Quando fa buio non mi muovo più di casa. E la notte cominciano ad affollarsi i pensieri più brutti, mi sembra di vedere delle ombre dietro alla finestra. Da quella sera non sono riuscita più ad avere un sonno tutto di filato".
I colleghi di lavoro le sono vicini? Hanno organizzato una raccolta fondi per lei e una serata in suo onore il giorno della festa della donna.
"Sono meravigliosi. Sono le persone che mi sono state più vicine da quando sono stata aggredita. Non finirò mai di ringraziarli per questo. Purtroppo, io non ce la faccio a fare nulla. La mia vita è annientata".
Ieri era il suo compleanno, come lo ha passato?
"Sono andata via da Prato, sono a mio padre in campagna. Avevo bisogno di staccare la spina. Spero che questi giorni mi servano per risollevarmi un po’".
Credo che abbia ripensato più volte a quella terribile sera. Si è fatta un’idea di che cosa possa essere accaduto?
"Non riesco a capacitarmi di come sia stato possibile".
Ha ripetuto più volte che lei non ha riconosciuto i suoi aggressori, ma l’idea degli inquirenti è che si sia trattato di un’aggressione su commissione. Chi può essere stato a volerle così male?
"I miei aggressori non li conoscevo, di questo ne sono sicura. Non so chi possa aver voluto tutto questo. Di recente non ho avuto screzi particolari con nessuno".
Come stanno procedendo le indagini? Ha risentito gli investigatori?
"Le sembrerà strano ma non ho più sentito nessuno dal giorno in cui mi hanno picchiata. La scorsa settimana insieme a mio padre ho chiamato la Questura, mi hanno risposto che ’stanno lavorando’".
E’ ansiosa di sapere chi sia stato a farle questo?
"Da un lato sì, dall’altro forse preferisco non sapere per non rimanerci troppo male".
Martina, le possiamo fare una foto ora che finalmente il suo occhio si è sgonfiato?
"Preferisco di no. Voglio che la gente mi ricordi con l’occhio gonfio e i segni delle botte. Deve essere di monito per tutti. Adesso non mi interessa di apparire bella".
Laura Natoli