REDAZIONE PRATO

Per il museo Pecci accanto a Salvadori si fa largo Bonami

Ancora indiscrezioni sul dopo Perrella, ma ufficialmente tutto tace. Lo chef Barni: "Vedo un cambio di passo, forse è la volta buona"

Tutto congelato al Centro Pecci dopo la bufera che dieci giorni fa ha investito la direttrice Cristiana Perrella, defenestrata dal consiglio direttivo. Dieci giorni durante i quali l’ex numero uno del museo di viale della Repubblica non è stata contattata dal presidente Lorenzo Bini Smaghi, né dai membri del cda con i quali i rapporti non sono mai stati idilliaci. Fino ad arrivare, appuntom al licenziamento. Le prossime settimane saranno cruciali: mentre si attende la nomina del nuovo direttore, incarico che secondo le prime indiscrezioni potrebbe essere affidato all’ex direttore del Museo Marino Marini di Firenze, Alberto Salvadori, c’è un altro nome che si fa spazio per l’entourage che dovrebbe entrare alla guida del museo di arte contemporanea. E’ quello di Francesco Bonami, critico e curatore d’arte contemporanea di respiro internazionale. Originario di Firenze, Bonami si è trasferito a New York all’inizio degli anni Novanta, dove iniziò a collaborare con la rivista Flash Art come corrispondente dagli Stati Uniti. Parallelamente iniziò a svolgere l’attività di curatore, con la mostra Truce a Site Santa Fe (1998), a cui fecero seguito Exhibiting Painting (Whitechapel Gallery, Londra, 1999) e soprattutto la mostra biennale europea itinerante Manifesta. Nel 2003 ha diretto la 50ª edizione della Biennale d’Arte di Venezia, attualmente è direttore artistico della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e di Pitti Immagine Discovery. Un nome che si sta facendo spazio negli ambienti dell’arte come possibile figura di rilievo della nuova era targara Bini Smaghi. Intanto il cda attende anche la nomina di un consigliere espresso dalla Regione che manca ormai dal 2019.

E sul futuro Centro Pecci interviene anche Angiolo Barni, chef pratese che dal 2016 gestisce ’Mio’ il ristorante incastonato nel museo. "Dopo un lungo periodo molto difficile è importante che il museo trovi una sua identità e che sia rilanciato come merita nel panorama internazionale", interviene Barni. "In questo locale abbiamo creduto molto io e mia moglie, Elena, ed investito tante risorse", dice Barni rivolgendo la sguardo al consiglio direttivo e al presidente. "Negli ultimi mesi c’è stato un cambio di passo, promesse rimaste nel cassetto per anni sono state onorate, magari è davvero la volta buona perché il Pecci arrivi al posto che merita".

Silvia Bini