Un "utile" di 639 euro. E’ lo scarto che il Centro per l’arte contemporanea Pecci pensa di raggiungere nel corso del nuovo anno. Poche centinaia di euro che potrebbero permettere di raggiungere un sostanziale "pareggio" fra entrate e uscite a fronte, però, di un incasso di contributi pubblici che ammonta a oltre due milioni di euro. La Fondazione per le Arti contemporanee in Toscana, presieduta da Lorenzo Bini Smaghi, ha pubblicato il bilancio di previsione 2025. I proventi che la Fondazione stima di incassare nel 2025 sono in totale 3.196.470 euro mentre gli oneri a carico dell’ente ammontano a 3.195.831 euro con uno scarto sul filo del rasoio, appunto poche centinaia di euro.
Quello che balza subito agli occhi è il dato che si riferisce ai contributi pubblici che il Centro Pecci incasserà, 2.026.500 milioni di euro così ripartiti: 1.158.000 saranno erogati dal Comune di Prato, 775.000 dalla Regione Toscana, 13.500 dal Ministero dei Beni culturali e 80.000 dal Cid, centro di informazione e documentazione arti visive. Una somma non da poco che copre più della metà di tutti gli incassi e a cui si devono aggiungere 533.500 euro di altri contributi fra soci sostenitori (50.000), Centro Pecci membership (93.000), progetti e art bonus (337.000), oltre alle sponsorizzazioni varie con le quali si potranno aggiungere altri 358.000 euro. Numeri da capogiro se si pensa a quelli che sono gli incassi che arrivano dalle attività prettamente museali, e che dovrebbero essere la vocazione vera del centro: appena 192.520 euro. 80.000 euro – si stima – dovrebbero arrivare dagli ingressi alle mostre e 50.000 da quelli del cinema. La differenza fra mostre e cinema è veramente poca cosa.
Le spese sono tante e il mantenimento della struttura, si sa, non è roba di poco conto. Le uscite previste salgono a 3.195.831 euro, un pareggio ottenuto grazie ai contributi che arrivano da enti pubblici e sponsorizzazioni. Di questi oltre tre milioni solo 306.000 euro sono destinati a progetti espositivi fra cui uno dei più importanti è la mostra di Louis Fratino inaugurata nel settembre scorso fra qualche polemica (e che resterà aperta fino a maggio).
Una voce importante è quella dedicata alla spesa per il personale: in tutto si parla di 853.648 euro di cui 130.000 euro spettano al direttore del Centro, Stefano Collicelli Cagol. Sempre nel corso dell’anno, a Cagol dovrebbe andare anche un premio di oltre 26.000 euro.
Si confermano alte anche le spese per le bollette (sempre a patto che non ci siano rincari in vista): i costi stimati si aggirano intorno ai 338.000 euro di cui 256.000 sono solo per l’energia elettrica e 50.000 per il gas.
Per quanto riguarda i servizi le spese previste sono di circa 400.000 euro di cui più della metà è destinata alla sorveglianza con 276.000 euro.
Laura Natoli