
L'edificio in via Cavallotti
Prato, 5 maggio 2015 - Apre un nuovo grande magazzino cinese, il primo di grandi dimesioni nel centro storico e chiude il piccolo negozio di Stefania, giovane commerciante di 27 anni. Mille metri di superficie espositiva contro gli appena 40 del fondo all’angolo con via Magnolfi «Jump Ici» che vista la situazione ha deciso di battere in ritirata, con il 40% di sconto su tutta la merce. Entrambi vendono oggettistica, accessori, minuteria. Ma uno, mastodontico e made in China sta per tirare su la saracinesca – l’apertura è prevista tra qualche settimana – nel megafondo che è di proprietà della famiglia del ex calciatore e bomber della nazionale Christian Vieri in via Cavallotti. Stiamo parlando di una delle zone calde della città, davanti al bastione delle mura, all’altezza della stazione di Porta al Serraglio.
A due passi ci sono anche via Cironi e sul lato opposto la Passerella. Tornando al 2015, sono strade difficili in cui convivono i drogati di Prato e i tossici-pendolari da altre città, le prostitute cinesi low-cost e la microcriminalità che ci ruota intorno. Furti, scippi, spaccio alla luce del sole. Quel fondo in particolare, è sempre stato un luogo chiave nella mappa del commercio pratese, non fosse altro che per il fatto che negli anni ’70 ospitò il primo supermercato Superal di Aldo Grassi, poi nel tempo è stato, tra gli altri, rivendita di abbigliamento di lusso e un negozio di arredamenti, tra gli altri. L’ultima «sfortunata» apertura aveva visto decollare e poi subito, dopo cinque mesi, sparire nel nulla, la testa di una catena che vendeva tutto a meno di un euro. Chissà se i nuovi imprenditori cinesi avranno più sorte, intanto per invogliare anche la clientela non orientale, hanno scelto un nome italiano: «Bene bene».
«Non ho avuto scelta – racconta la giovane – chiudo prima, mi avrebbero spazzata via. Quando ho visto risistemare il fondo e tappezzarlo con fogli di quotidiani e riviste, mi sono informata. Più concorrenza di così non era possibile, fatti due conti e visti i margini già bassi che ho sui prodotti, è diventato impossibile stare aperti. Ma vorrei dire una cosa, la zona non mi ha mai fatto paura». La notizia in un battibaleno è rimbalzata in tutte le altre vetrine di via Cavallotti, via Magnolfi e via Sant’Antonino, fino a via Cironi. Inultile dire che tra i clienti del nuovo discount ci saranno oltre ai ritardatari delle Fs anche i residenti e gli extracomunitari del cosiddetto «triangolo». Qui avviene spontaneamente il contatto quotidiano tra stranieri e qui i negozi sono, per stradario, chiamati a svolgere anche un ruolo sociale.