Nuove regole per la carne da selvaggina

Nuove regole  per la carne  da selvaggina
Nuove regole per la carne da selvaggina

Carni di lepre, cinghiale, capriolo o fagiano, la Regione Toscana fa sue le linee guida nazionali. La giunta regionale ha, infatti, recepito l’accordo tra Governo, Regioni e Province autonome del marzo 2021 sull’igiene delle carni da selvaggina selvatica, con lo scopo di garantirne la filiera, dalla battuta di caccia al consumatore finale. In provincia di Prato, soprattutto in Valbisenzio, sono diversi i cacciatori in attività e vengono organizzate con regolarità battute di caccia al cinghiale. Le nuove linee guida intervengono su aspetti già regolamentati negli anni passati da delibere regionali, che sono state quindi modificate per introdurre nuove direttive in materia di commercializzazione delle carni stesse. Tra le novità, c’è il potenziamento dei corsi rivolti a cacciatori, operatori faunistici e corpi di polizia, che ne faranno richiesta, sulla gestione igienica delle carni, l’aggiornamento della fornitura di piccoli quantitativi di selvaggina o di carne dal cacciatore al consumatore e la valorizzazione del Centro di raccolta della selvaggina, struttura che garantisce il monitoraggio sanitario delle carni e quindi la salute pubblica. "Il recepimento delle nuove linee guida e l’approvazione del documento regionale, con l’assessorato all’agro-alimentare – spiega l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini – è la naturale prosecuzione di un percorso di garanzia e implementazione degli standard in materia di sicurezza alimentare, che la Regione ha intrapreso già da diversi anni. Serve a tutelare il consumatore finale, da un punto di vista sanitario e di tracciabilità, ma offre pure l’opportunità di valorizzare le carni di selvaggina selvatica nell’ambito di una sua filiera specifica".