Multati nonostante tre dosi di vaccino: "Colpa dei ritardi burocratici"

Il caso di due sessantenni che in questi giorni hanno ricevuto la comunicazione dall’Agenzia delle entrate

Tanti i cittadini che da un mese a questa parte stanno ricevendo procedimenti sanzionatori per mancata vaccinazione anti Covid-19 da parte dell’Agenzia delle Entrate, su disposizione del Ministero della Salute, nonostante l’inoculazione di tre dosi di vaccino. Alla base del problema sembrerebbe esserci un mancato coordinamento tra i due bracci operativi della macchina pubblica, che avrebbe creato nel mese di febbraio non pochi ritardi nella somministrazione del cosiddetto "booster". Una situazione che sta interessando una specifica categoria di cittadini, ossia quella degli over 50 che "non abbiano iniziato il ciclo vaccinale primario al 1° febbraio 2022 o che – alla stessa data – non l’abbiano completato nel rispetto dei termini o che non abbiano ricevuto la dose booster di richiamo entro i termini previsti dalla normativa". Una sanzione amministrativa pecuniaria pari a 100 euro, che ha scatenato l’ira di vaccinati e pro-vax vittime per un motivo o per un altro di ritardi involontari. Da aggiungersi a questo, una più che complessa burocrazia da seguire per contrastare l’avvio del procedimento sanzionatorio. Come fare? Chi lo riceve deve giustificare sia all’Agenzia delle Entrate che all’Asl territoriale di competenza la motivazione per la quale non risultava vaccinato con tre dosi entro il 1° febbraio.

Solo nel caso in cui il motivo presentato venga ritenuto valido, entro dieci giorni dall’avvenuta comunicazione, la sanzione può essere annullata, in caso contrario il paziente deve procedere con il pagamento. Un processo questo che avviene perlopiù online e che ha messo in difficoltà soprattutto i più anziani, meno pratici con il pc e con i portali online. Tante le segnalazioni provenienti anche a Prato. "La scorsa settimana abbiamo ricevuto la lettera da parte del Ministero sia io che mia moglie, che ci siamo vaccinati con qualche giorno di ritardo perché al medico di famiglia non arrivavano nuove dosi", racconta l’over 60 Daniele L. "Non è una questione di soldi, ma di dover probabilmente pagare per un rallentamento che non è dipeso da noi. Dispiace ancora di più essere considerati e trattati come no-vax quando di fatto abbiamo entrambi tre dosi di vaccino. Ora abbiamo mandato tutta la documentazione e una dichiarazione da parte del medico di famiglia all’’Asl, vedremo un po’ cosa succederà".

Tamara Mancini