"La crisi che da tempo attanaglia il nostro distretto tessile a Prato dovrebbe essere una priorità per le istituzioni tutte, che dovrebbero preferire il bene delle imprese, dei lavoratori e degli addetti del settore. Utilizziamo il condizionale, perché il sindaco di Prato, Ilaria Bugetti, ha dimostrato invece che la sinistra preferisce mettere il cappello su un dramma sociale, trasformandolo nell’ennesimo oggetto di una smaccata strumentalizzazione politica". È quanto sostiene, in una nota, la deputata pratese di Fratelli d’Italia Chiara La Porta in replica alle critiche sollevate dall’amministrazione comunale di Prato per l’assenza della ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, al tavolo di mercoledì fra Governo e Regioni sulla crisi del settore moda.
"Bugetti e l’assessore Nardini hanno il dovere di conoscere la modalità con la quale si svolge un tavolo tecnico che, per sua stessa definizione, non comporta la presenza di un ministro ma, appunto, di quei professionisti che hanno le competenze per portare avanti i lavori nel tentativo di risoluzione, comune, di una crisi", ribatte La Porta. La deputata di FdI bolla come "sparate ideologiche" le esternazioni della sindaca di Prato e del Pd regionale.
Il giorno del tavolo al Ministero del Lavoro la sindaca a Bugetti e e l’assessora Benedetta Squittieri, perplesse per l’assenza della ministra Calderone, avevano infatti chiesto al Governo "una maggiore attenzione e una maggiore consapevolezza della situazione" e "più certezze sui tempi di erogazione delle misure straordinarie di ammortizzatori sociali".
All’indomani delle polemiche dei dem rispetto a una scarsa attenzione mostrata fin qui verso il settore da parte dell’esecutivo interviene anche Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia: "Sono convinta che il governo possa fare di più per il settore moda, fermo restando che non c’era mai stata un’attenzione tale e continuativa verso un settore chiave per il made in Italy, che ha bisogno di una politica strutturale, alla quale stiamo lavorando, con la consapevolezza che i problemi vanno oltre i confini nazionali. Oggi siamo in una situazione emergenziale, appunto, ma è così perché, negli anni passati, la Regione non ha favorito le imprese toscane della moda, con incentivi e programmazione, senza parlare delle iniziative a corredo ma decisive, come infrastrutture, trasporti e impianti, soprattutto per i rifiuti".