REDAZIONE PRATO

Medici di famiglia in fuga per la pensione

Tanti professionisti via nell’arco di pochi anni. Per i giovani una chance in più

Medici di base

Prato, 4 novembre 2018 - Fra i medici di famiglia è in arrivo la rivoluzione generazionale. Che significa un blocco consistente di dottori pronto ad andare in pensione. Dunque da sostituire. Problemi in vista per le famiglie, insomma, destinate a perdere importanti punti di riferimento. Il presidente dell Ordine dei medici della provincia pratese, Guido Moradei, getta comunque acqua sul fuoco. Spiegando, intanto, che la famosa quota cento allo studio del governo gialloverde nell’ambito delle riforma pensionistica non avrà alcun influenza sui pensionamenti dei medici di medicina generale: «La quota cento proposta dal governo non ci riguarda perché noi medici siamo svincolati da questa normativa nazionale. La nostra età pensionabile è di 68 anni, ma si può richiedere di andare via in anticipo in base ad alcune normative oppure si può chiedere di procrastinare fino a 70 anni in deroga alla legge.

Questo vale sia per i medici che per i pediatri». Resta il fatto che nei prossimi tre o quattro anni Prato si dovrà preparare a trovarsi con almeno il 10-15% in meno di dottori di famiglia, stando all’età dei professionisti sempre più prossimi alla pensione. «Attualmente, comunque, non ci sono particolari difficoltà o zone scoperte. C’è anche una piccola lista d’attesa regionale da cui attingere», spiega ancora Moradei. «Bisogna, però, guardare in prospettiva ed iniziare già da oggi a prepararsi per il futuro».

Il contingente dei medici di base si attesta su circa 180 unità, uno per ogni 1.200 abitanti. E il particolare che ci sia un discreto blocco di professionisti pronti ad andare in pensione quasi contemporaneamente dipende dal fatto che una quarantina di anni fa con la riforma sanitaria anche a Prato si è verificato un ingresso omogeno e massiccio di medici di famiglia. «Già da quest’anno alcuni hanno lasciato la professione attiva per la pensione», dice Moradei. «Non sappiamo ancora quanti, sempre per motivi anagrafici, faranno richiesta di anticipare o di posticipare la data della pensione. Il bilancio lo faremo più avanti». La strada per diventare medici di famiglia non è così rapida e semplice.

«Ci sono giovani che vorrebbero accedere alla professione, ma è necessario fare un concorso a livello regionale per entrare nella scuola di specializzazione che dura tre anni. La data del prossimo esame è fissata per il 17 dicembre e si tratta di un concorso molto selettivo. Viene accettato un candidato su dieci. Il concorso regionale rappresenta un grosso imbuto per chi ha intenzione di impegnare la sua professione nell’ambito dei medici di base». Tanti gli oneri che gravano sulle spalle dei medici di famiglia nel garantire il servizio ai cittadini. Fra gli impegni che si affacciano ogni autunno c’è anche quello della somministrazione dei vaccini antinfluenzali. E da quest’anno non solo i dottori dovranno vaccinare i pazienti, ma dovranno provvedere all’inserimento informatico in una rete regionale di ciascuna vaccinazione. Un accordo che è in fase di definizione fra la Regione Toscana e gli organi rappresentanti dei medici. Intanto le vaccinazioni sono avviate e a Prato sono arrivate 58.200 dosi.

Sara Bessi