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Da Tobbiana al Vaticano: "Prevost con il suo sorriso sapeva infondere serenità"

Il parroco don Walter Asto Gomez ricorda papa Leone quando era rettore del seminario degli Agostiniani in Perù. "L’ho incontrato per due volte, quando noi giovani aspiranti sacerdoti trascorrevamo alcune settimane a Trujillo".

Don Walter Asto Gomez è parroco di San Silvestro a Tobbiana

Don Walter Asto Gomez è parroco di San Silvestro a Tobbiana

C’è un filo che lega Prato al nuovo papa, Leone XIV, proclamato alla quarta votazione dei 133 cardinali elettori provenienti da 71 Paesi del mondo e riuniti in Conclave nella Cappella Sistina.

Un legame di carattere personale e spirituale, che è nato a migliaia di chilometri di distanza, ormai venticinque anni fa quando don Walter Asto Gomez, classe 1980, oggi parroco della chiesa di San Silvestro a Tobbiana, era un giovane seminarista.

"Ho avuto modo di conoscere il cardinale Robert Francis Prevost, oggi il nostro papa Leone XIV – racconta il parroco – quando ero un giovane seminarista in Perù, oltre venti anni fa. Ero entrato nel seminario di Arequipa e tutti gli anni, a febbraio, si faceva un’esperienza comunitaria per circa un mese. Per due anni di seguito tutti noi seminaristi abbiamo deciso di trascorrere queste settimane di scambio e di formazione comune con gli aspiranti Agostiniani di Trujillo, nella costa nord del Perù. E proprio lì, in quegli anni, Prevost era rettore del seminario e del progetto di formazione".

Un’esperienza che è rimasta nel cuore di don Walter, che all’annuncio dell’"habemus papam" ha riavvolto la pellicola dei suoi ricordi per tornare a quei mesi di febbraio trascorsi fianco a fianco con Prevost.

"Era rettore del Seminario dei padri Agostiniani – ricorda – durante il giorno noi seminaristi si facevano delle uscite, mentre insieme a lui le preghiere comunitarie la mattina e la sera, come pure si cenava insieme. Dopo la cena c’era sempre un momento di condivisione e di scambio di esperienze. Anche lui si fermava a parlare con noi come formatore e a raccontare le sue esperienze missionarie. Lo si ascoltava con molta attenzione: parlava con entusiasmo della fede giovane e viva che aveva trovato una volta venuto in America Latina. Era innamorato della missione e della possibilità di stare a contatto con la gente". Il dopo cena era un momento che don Walter ricorda con particolare affetto anche per l’aspetto ludico: "Si suonava la chitarra, si facevano canti e giochi tutti insieme con gli altri sacerdoti e seminaristi – rammenta il parroco di Tobbiana – Ci si tratteneva anche fino a mezzanotte. A Prevost piaceva stare in compagnia, sapeva stare agli scherzi e alle battute".

Don Walter ricorda anche quel tratto del carattere di papa Leone che è apparso subito evidente da quando si è affacciato al balcone di piazza San Pietro: "Non metteva per niente in soggezione – dice – Anzi era una persona che con quel sorriso riusciva a trasmettere felicità, serenità e pace. Sicuramente, avendo avuto la possibilità di stargli vicino per diverso tempo e per due volte, ci siamo resi conto subito che è una persona con una marcia in più".

Quando don Walter ha capito che il papa eletto con la fumata bianca del pomeriggio di giovedì era proprio il cardinale Prevost, ha "sentito tanta gioia sia come sacerdote dal punto di vista spirituale sia dal punto di vista umano. Ho sentito che quelle settimane trascorse con lui quando era rettore del Seminario in Perù sono state per tutti noi un’occasione di grande grazia". Don Walter si è subito sentito con gli altri seminaristi di quegli anni sia quelli che sono in Perù sia con quelli che sono in Italia: "E’ stata una grande soddisfazione – conclude – si sta parlando di organizzarci per poterlo andare a salutare fra qualche tempo.

Siamo certi che quella lunga esperienza missionaria in America Latina potrà accompagnarlo nella guida della Chiesa universale: lì ha sperimentato comunità dalla fede giovane e viva, comunità che hanno sete e fame della parola di Dio".

Sara Bessi