Mafia cinese, c’è un altro rinvio Il gip si pronuncerà il 10 giugno

L’udienza preliminare aggiornata per l’ennesima volta. Il nodo del 416 bis che la procura contesta

L’attesa decisione nell’aula bunker di Firenze sulla richiesta di rinvio a giudizio dei 33 imputati cinesi per associazione di stampo mafioso (il 416 bis del Codice penale) non c’è stata. Il giudice dell’udienza preliminare, a seguito di ulteriori elementi prodotti dai legali degli imputati, ha deciso di rinviare al 10 giugno la pronuncia sul caso giudiziario scaturito dall’indagine "China Truck" portata avanti dalla Dda. Un’indagine che ipotizza l’esistenza a Prato di un’organizzazione di stampo mafioso all’interno della comunità cinese, che aveva infiltrazioni in attività lecite e illecite, e che aveva allungato i suoi tentacoli sulla città, monopolizzando il trasporto merci su gomma, lo spaccio di droga, il giro di prostituzione, il gioco di azzardo con metodi criminali come estorsioni, intimidazioni e usura. Le indagini della squadra mobile portarono all’arresto, nel gennaio del 2018, di 33 cittadini cinesi fra cui il personaggio di spicco della presunta organizzazione criminale, Zhang Naizhong (definito dal gip che dispose la misura cautelare, "capo dei capi", "uomo nero"). Per le difese non si tratta di mafia, e le dicono forti di due pronunciamenti del Riesame e della Cassazione secondo i quali non ci sono gli estremi per la contestazione del 416 bis. Il pm Eligio Paolini è però andato avanti per la sua strada chiedendo il rinvio a giudizio di tutti gli imputati (nel frattempo aumentati di numero) contestando proprio l’associazione di stampo mafioso a 44 indagati cinesi. Al gup il compito di decidere se far cadere le ipotesi accusatorie o sottoporle al vaglio di un processo: si saprà solamente il 10 giugno. Se dovesse cadere la contestazione del 416 bis gli imputati potrebbero andare a processo solo per i singoli fatti contestati.