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Luci e ombre di Première Vision Il ritorno dei cinesi nel dopo covid

Affluenza un po’ fiacca nelle prime giornate. Per i pratesi resta "un momento per incontrare clienti di qualità"

Luci e ombre di Première Vision Il ritorno dei cinesi nel dopo covid

PRATO

Première Vision di luglio non sembra soddisfare troppo le aspettative degli espositori per due motivi. Prima di tutto il salone parigino con le collezioni autunno-inverno 2024-2025 è iniziato con un’affluenza un po’ fiacca; in secondo luogo per la piccola ’battaglia’ combattuta all’interno dello spazio espositivo, spuntata dalle imprese turche che sono finite con i produttori di tessuto di tutte le nazioni, anche italiani e pratesi. Dal distretto sono arrivate 55 aziende su un totale di 1.315 espositori da 47 Paesi (16% in più rispetto a luglio dello scorso anno e 6% in più rispetto a febbraio di quest’anno).

"Un’opzione, quella della mancata divisione geografica, che ha disatteso le promesse fatte nei mesi scorsi dagli organizzatori – spiega Fabrizio Tesi, titolare di Comistra – Sembrava infatti che gli stand europei dovessero occupare un certo spazio, divisi da quelli turchi ed orientali. Invece le varie provenienze geografiche sono state riunite". Attimi di tensione che, però, poi sono stati stemperati con l’avvio della fiera d’Oltralpe. "Ma l’andamento è un po’ strano: la fiera è un po’ sottotono e non è escluso che in futuro qualcuno possa pensare di partecipare soltanto alla mostra di Milano e lasciar perdere Parigi, visti i costi e le promesse non rispettate. L’affluenza limitata dei visitatori è in parte condizionata anche dagli ultimi fatti di cronaca. Anche alcuni clienti francesi ci hanno avvertito che verranno a Milano Unica, ormai alle porte". Tra i buyers ed i visitatori si sono riaffacciati a Première Vision anche i clienti asiatici, mentre gli americani sono stati trattenuti Oltreoceano in parte dalla Festa dell’Indipendenza; presenti anche coreani, più tedeschi e clienti dell’Europa del Nord.

Lo spazio espositivo del lanificio Fortex è sicuramente uno dei più gettonati: nel sessantesimo anno di attività l’azienda di Roberto Rosati si è regalata uno stand con pavimento, moquette e arredamento – sedie e tavoli – tutti realizzati con gli scarti tessili aziendali tramite la Wastex Engineering. "Gli scarti tessili indifferenziati, altrimenti destinati alla discarica o all’inceneritore, con alti costi e danni ambientali, vengono utilizzati per realizzare con la tecnologia Wastex engineering altri prodotti come grucce, pavimenti e pannelli per arredamento – chiosa Rosati – Sicuramente ci attendiamo più visite a Milano Unica. La partenza è stata un po’ fiacca, anche se sono tornati per esempio i cinesi. La sensazione è di essere su un ottovolante. E’ un anno strano post covid, caratterizzato dal rimbalzo del rimbalzo: dopo l’euforia del 2022 ora siamo in un momento di calma, con numeri più bassi. Forse il prossimo sarà il primo anno normalizzato". Per Rosati nei primi sei mesi "l’andamento è stato buono anche sul fronte degli ordini. Il secondo semestre, invece, sembra fare fatica a decollare con una serie di stop and go". Una situazione in movimento e di passaggio, "in cui la pandemia ha cambiato molte abitudini fra i consumatori". Ricadute si avvertono anche nel distretto pratese: "Si vede un certo scoraggiamento da parte dei cinesi di Prato, con una visione pessimistica del futuro: hanno perso la capacità di produzione che avevano prima", commenta ancora Rosati.

"Il numero dei clienti non è altissimo – aggiunge Francesco Marini di Marini Industrie – ma Parigi al momento resta un appuntamento in cui si incontrano clienti di alta qualità. Per essere qui facciamo investimenti importanti. Certo è che che due fiere (Parigi e Milano, ndr) così ravvicinate non sono proprio l’ideale". L’appuntamento adesso è per l’11 luglio quando il distretto pratese sarà protagonista a Milano Unica con 97 aziende.

Sara Bessi